TODI – Varcando la soglia del Palazzo Francisci a due passi dalla Consolazione di Todi si ha subito l’impressione di entrare in una casa dall’atmosfera accogliente, scelta curata di mobili, colori delle pareti rilassanti, alcuni soffitti affrescati, come vuole la tradizione di un antico edificio in una delle città tra le più belle della nostra regione. Ma il “Francisci” non è una abitazione, bensì un centro dove si curano casi di disturbi del comportamento alimentare come l’anoressia, divenuto il fiore all’occhiello per questo settore e centro propulsore di altre strutture in Italia che utilizzano questo “modello tuderte”. E dal volto delle ospiti-pazienti, provenienti da varie parti d’Italia, si ha subito l’impressione che la sofferenza aleggia nell’aria. Ogni giorno, persone dai 9-10 anni in su combattono per uscire dal tunnel di queste malattie insidiose, tipiche della società moderna con l’imposizione dei suoi modelli, basati molto spesso sull’esasperata cura del corpo. Il Vice Presidente della Provincia di Perugia Aviano Rossi ha visitato il Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare. Ad accoglierlo, la Responsabile del servizio Laura Dalla Ragione, il Presidente dell’Associazione “Mi Fido di Te” Paolo Fringuelli, il Presidente dell’ETAB Bruno Severi, il Direttore del Distretto Media Valle del Tevere della ASL n° 2 Stefano Lentini. “A breve la Provincia di Perugia stipulerà un protocollo di intesa con questa associazione per dare origine a forme di collaborazione – ha detto Rossi -. La nostra non vuole essere una collaborazione di facciata, che si limita ad apporre il logo dell’Ente nelle iniziative, ma vuole essere parte attiva. Per esempio – ha continuato il Vice presidente – è nostra intenzione, concordata anche con il Presidente dell’ente Marco Vinicio Guasticchi, costituire un Tavolo permanente delle associazioni per dare così un contributo propositivo in occasione della redazione del Piano Sanitario Regionale, a favore della promozione della salute e delle attività socio-sanitarie territoriali, delle quali il Centro DCA di Todi è esempio illuminante. Ancora, è nostra intenzione attivare un “numero verde salute” al quale i cittadini potranno rivolgersi per esporre i loro bisogni per poi indirizzarli alle competenze di riferimento. Per quanto riguarda le scuole, ogni anno presenteremo dei progetti agli istituti e se questi aderiranno noi saremo lieti di sostenere l’impegno delle associazioni”. Il Centro Francisci: attualmente ospita 18 pazienti residenti per una durata di tre mesi, ma vi orbitano anche pazienti in trattamento diurno semi-residenziale o ambulatoriale. Prevede un’equipe di personale specializzato (psicologi, pediatri, psichiatri, nutrizionisti, filosofi, fisioterapisti, infermieri, dietiste) e svolge un programma integrato ed affronta in maniera intensiva una così difficile patologia. I livelli di integrazione che hanno consentito la realizzazione di questo progetto, oggi all’avanguardia in Italia, sono: il sociale e il sanitario (Comune di Todi, Etab e Asl 2), l’Ospedale e il territorio (Presidio ospedaliero di Todi, Azienda Ospedaliera di Perugia, Distretto 3 Media Valle del Tevere, Dipartimento Materno Infantile, Dipartimento Salute Mentale, Servizio di Medicina Integrata), il sanitario e il privato sociale. Nel 2007 tramite un accordo tra l’ETAB (Ente Tuderte di Beneficenza e Assistenza “La Consolazione”) e l’Associazione dei familiari “Mi fido di te” (dal titolo di una nota canzone di Lorenzo Jovanotti, che è anche il Presidente onorario e forte sostenitore) è stato messo a disposizione delle pazienti dall’Ente un appartamento situato in uno dei più bei palazzi di Todi San Fortunato, gestito dall’associazione stessa. Il tasso di guarigione dall’anoressia è dell’80% ed una volta che il paziente ha lasciato il Centro l’azione di supporto e riferimento prosegue, proprio per accompagnarla al riadattamento in società. “Ciò che contraddistinguono gli operatori sono l’amore e la passione per il loro lavoro”, hanno detto e questo lo si può riscontrare indirettamente anche leggendo le dediche che le ragazze lasciano in bacheca con un liet motiv di aver ritrovato la vita e la fiducia, in una parola la consapevolezza di esserci. Molto spesso si intrecciano legami di amicizia che proseguono anche aldilà dell’esperienza del percorso di guarigione, “le ragazze del Francisci” si ritrovano anche su Facebook, con centinaia di contatti. In tutto questo processo non vengono dimenticate le famiglie, infatti ogni settimana è fissato un giorno di ascolto con i genitori e gli operatori. Condividi