ROMA - Sull'inchiesta G8, che ha portato alle dimissioni del ministro Claudio Scajola, sono in corso altri accertamenti su somme di denaro movimentate dall'architetto Angelo Zampolini, che - secondo l'accusa - erano provento di illeciti riconducibili all'imprenditore Diego Anemone e agli appalti per i Grandi Eventi. In particolare, l'attenzione degli investigatori e' ora concentrata su un'operazione fatta dall'architetto il 7 luglio 2004, giorno successivo al contratto con il quale Scajola acquisto' l'appartamento di fronte al Colosseo. Quel 7 luglio Zampolini - secondo quanto scrive oggi La Stampa - si reco' nell'agenzia di largo Argentina della Deutsche Bank (dove aveva ottenuto gli assegni finiti - secondo l'accusa - nell'operazione Scajola) e negozio' 520 mila in contanti, chiedendo e ottenendo l'emissione di 52 assegni da 10 mila euro ciascuno all'ordine di un tale Maurizio De Carolis. Gli investigatori ritengono possa trattarsi di un'altra provvista che abbia concorso al pagamento di un appartamento, ma non hanno finora rintracciato - sempre secondo quanto scrive la Stampa - ne' il beneficiario degli assegni, ne' l'operazione di compravendita. In questo contesto, sarebbero all'esame numerosi rogiti fatti davanti al notaio romano Gianluca Napoleone, lo stesso dell'acquisto della casa da parte dell'ex ministro Scajola. Un altro fronte investigativo - scrivono Corriere della Sera e Repubblica - mira ad approfondire i rapporti che l'imprenditore Diego Anemone aveva stretto in Vaticano. Tali accertamenti muovono dalle dichiarazioni fatte dall'autista di Angelo Balducci (tuttora in carcere), il tunisino Laid Ben Hidri Fathi: questi ha, tra l'altro, riferito di aver piu' volte accompagnato Anemone oltre Tevere e che l'imprenditore era in rapporti frequenti con mons. Francesco Camaldo, per 15 anni segretario del cardinale Ugo Poletti e poi cerimoniere del Papa. In un'altra inchiesta - della quale era titolare l'allora pm di Potenza Henry John Woodcock - era emerso che mons. Camaldo aveva chiesto ed ottenuto da Angelo Balducci, una somma di denaro (280 mila euro) per estinguere un debito. Quali erano i motivi dei frequenti incontri tra Anemone e mons. Camaldo? Ed e' stato mons. Camaldo ad aver introdotto Balducci ed Anemone tanto ''dentro'' le mura vaticane da consentire loro di gestire i presunti ''affari'' attraverso Propaganda Fide e la Congregazione del preziosissimo Sangue, di cui era economo don Evaldo Biasini, ormai noto come don Bancomat?: Sono due aspetti sui quali - secondo quanto scrivono Corsera e Repubblica - i magistrati di Perugia vogliono vederci chiaro. Condividi