"Alle persone che hanno perso il lavoro senza colpa e responsabilità, a chi si ritrova in un’isola o in presidio a lottare, ai tanti precari che hanno perso per primi il lavoro, ai tanti giovani disoccupati del Mezzogiorno, ai tanti anziani lasciati soli in condizioni di povertà, va il pensiero, l’affetto, la vicinanza di tutta la Cgil.
Insieme alla riconferma di un impegno che è la stessa ragione fondativa per la quale abbiamo senso di esistere".
Chiarissimo il messaggio che Guglielmo Epifani invia al Paese, al governo, alle istituzioni, alle forze politiche, aprendo il XVI Congresso nazionale della Cgil. In particolare, il governo se davvero volesse dare segno di guardare ai problemi concreti , sui quali i lavoratori, i cittadini concentrano la loro preoccupazioni, dovrebbe prendere la relazione del segretario generale del più grande sindacato italiano, come oro colato. Anche i fischi sonori che sono stati indirizzati al ministro Sacconi, presente fra gli invitati, un po’ meno a Gianni Letta che rappresentava ufficialmente il governo potrebbero essere un segnale di cui l’Esecutivo dovrebbe tener conto. Certo nessuno chiede al governo di approvare le proposte, il progetto che la Cgil sta costruendo.
Il governo sotto accusa
La relazione di Epifani è, se così si può dire, la sintesi di un dibattito che ha coinvolto più di due milioni di lavoratori in ben 62 mila assemblee. Il governo, insomma , “non può nascondere la testa sotto la sabbia o fare finta di non sapere che quello che è successo a causa degli squilibri tra ricchezza finanziaria, redistribuzione del reddito, globalizzazione senza regole e attività speculative, finirà per ricadere su chi, giovane precario, lavoratore, pensionato, artigiano, o piccolo imprenditore, non ne porta alcuna colpa”. Ancora: indica tanti problemi da affrontare subito per ridare identità, riconoscibilità, dignità alle persone. Parla dei giovani come di una grande “questione sociale” e si chiede: “ Può il governo chiudere gli occhi?”.
Ma non ci sono solo le accuse fra cui una proprio bruciante: quella che riguarda la “ troppa distanza” tra l’operato del governo e l’esigenza di rispettare i capisaldi dello stato di diritto, equilibrio dei poteri, ruolo del Parlamento e dell’informazione. E annuncia che la Cgil sosterrà l’iniziativa di organizzare a Milano una grande manifestazione per il 2 Giugno perché “la festa della Repubblica sia insieme anche la festa della nostra Costituzione”.
Un piano straordinario per il lavoro
A fronte dei rischi di una “ripresa senza occupazione”, la Cgil propone un progetto contro la crisi che abbia il lavoro, l’occupazione, come “priorità delle priorità”. Parla di un piano straordinario per il lavoro e chiede un ‘impegno straordinario per almeno tre anni reperendo risorse da convogliare verso investimenti capaci di favorire occupazione aggiuntiva. Con puntigliosità indica settori che possono “produrre” nuova occupazione, nel quadro di un nuovo impianto di politica industriale. C’è un vero e proprio cimitero con tante croci di aziende che chiudono i battenti, nomi noti, altri meno, lotte in tutto il paese. La Cgil continuerà a stare in campo, a combattere le scelte sbagliate del governo, incalzando, prendendo iniziative. Stanno dentro questo quadro le indicazioni di reali riforme, fisco in primo luogo, di interventi per la scuola, la sanità. In una dichiarazione il ministro Sacconi continua il suo attacco alla Cgil accusandola di "assumere comportamenti molto più simili a quelli di un partito di opposizone e di un sindacato portato a negoziare." Per dare seguito alla parola "negoziare" il ministro del lavoro con tono arrogante respinge tutte le proposte avanzate dal segretario generale della Cgil. Una precisa scelta riguarda il federalismo che deve essere il “contrario” della parola “secessione”, autogoverno vuol dire “più democrazia, non lasciare indietro nessuno”.
Diritti e dignità dei lavoratori
Tanti problemi, tante proposte. La relazione di Epifani è una “storia” di questi anni. I diritti e la dignità dei lavoratori, la difesa dello Statuto con l’articolo 18, la contrattazione e l’accordo separato, il governo che opera per dividere i sindacati, che attacca ogni diritto, fino a quello di sciopero.
La Cisl e la Uil che hanno fatto da sponda a questo grave tentativo di porre la Cgil non come “ un interlocutore ma come un avversario”, la democrazia sociale che non è altra cosa dalla democrazia politica, il diritto dei lavoratori di contare, di votare sulle scelte che li riguardano: su ogni questione una risposta, una proposta. Alla Cisl e alla Uil una mano tesa per riprendere un cammino interrotto, perché il sindacato diviso rende più deboli i lavoratori. Infine uno sguardo sul mondo, all’Europa, alla Grecia, la solidarietà ai lavoratori ellenici in sciopero, che pagano per la “gestione irresponsabile” del precedente governo, per le omissioni di chi a Bruxelles aveva il compito di controllare, per ondate speculative.
Immigrazione, accoglienza, cittadinanza
Nel “racconto” di questa Italia trovano posto l’immigrazione, i diritti , l’accoglienza, la cittadinanza, i doveri di “umanità” verso i bambini di una scuola e verso i figli di chi si ritrova ad essere soltanto un “clandestino”. Infine rivolge lo sguardo all’interno della Cgil, al dibattito che ha caratterizzato questo congresso segnato dalla esistenza di due mozioni, una della quali, quella con la firma del segretario generale della Cgil, ha avuto il consenso dell’82,92% di un milione e ottocentomila lavoratori che porta la responsabilità di gestire tutto il sindacato, dando “attenzione ai temi contenuti nella mozione di minoranza”. Ha parlato di “dovere” del nuovo gruppo dirigente di valorizzare “l’unità, i pluralismi, le competenze, il rinnovamento necessario”. Il racconto di un Italia, di un Paese che soffre che paga un alto prezzo per la crisi con la perdita di posti di lavori, precariato, disoccupazione, lavoro nero in crescita, perdita del potere d’acquisto di lavoratori e pensionati Epifani lo ha letto non solo al governo.
L’appello alle forze di opposizione
Ha parlato, ed è stato molto chiaro, anche all’opposizione cui ha chiesto “un profilo di valori e programma all’altezza delle sfide del nostro tempo”. Non solo. E’andato ancor più in profondità rivolgendosi a quelle forze che “intendono conservare radici in questo mondo del lavoro” invitandole a fare riferimento al “patrimonio di valori, di interessi e di moralità” che questo mondo rappresenta. “Non lasciate senza risposta le tante domande - l’appello di Epifani - di tornare a stare in campo ogni ora, ogni giorno là dove le persone vivono e lavorano”.
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