PERUGIA - ''Aspettiamo misure correttive che compensino gli errori del Piano di Sviluppo Rurale''. E' la sollecitazione rivolta da Aiab Umbria e Pro.Bio (associazione dei produttori biologici) alla nuova Giunta Regionale chiamata ad affrontare le questioni legate al settore del biologico.
In una lettera indirizzata al Presidente della Regione Catiuscia Marini e all'assessore all'agricoltura Fernanda Cecchini, il presidente dell'Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica in Umbria, Vincenzo Vizioli, propone un dialogo costruttivo, tra istituzioni e rappresentanti del mondo del biologico regionale. ''L'agricoltura italiana e' in forte disagio poiche' le speculazioni di mercato fanno si che i prezzi riconosciuti ai produttori sono insufficienti a coprire i costi di produzione - si legge nella missiva - Da questa crisi non e' esente il biologico, e l'Umbria e' uno degli esempi negativi di applicazione del Piano di Sviluppo Rurale''.
La ragione, per l'associazione va ricercata nelle ''misure che penalizzano il biologico rispetto a metodi convenzionali, o comunque colture a maggior impatto ambientale'', a fronte del riconoscimento invece di premi ad altri metodi di agricoltura, che provoca l'uscita di molti operatori dal settore e la diminuzione delle superfici investite.
''Dai dati del Ministero - scrive Vizioli - risulta che nel solo 2008 in Umbria hanno cessato l'impegno 125 aziende, -8,3%, con una perdita di 7.439 ettari, -18.9%. I dati 2009 non sono ancora ufficiali - continua il presidente dell'Aiab Umbria - ma sappiamo per certo che questa tendenza negativa si e' ripetuta, se non ulteriormente amplificata: se i seminativi diminuiscono, l'assenza totale di misure per la zootecnia sta letteralmente cancellando un settore strategico per le nostre aree montane''.
L'Italia, inoltre, ha perso il primato continentale in termini di aree biologiche ed e' l'unico Paese in Europa dove le superfici convertite al biologico sono diminuite. Si tratta per Vizioli di ''una dimostrazione di fallimento di tutti PSR che invece di accompagnare i produttori italiani verso una buona opportunita' di reddito, ne vengono scoraggiati''.
L'auspici ribadito e' pertanto quello di ''un'inversione di tendenza'' nonche' ''azioni correttive che sappiano ridare il giusto riconoscimento a chi fa biologico lavorando per una revisione del PSR''.
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