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FOLIGNO - Coop Centro Italia prende la carta è scrive per spiegare quelle che a suo dire sono le ragioni che hanno determinato l'empasse del progetto relativo alla sistemazione dell'area dell'ex zuccherificio che definisce essere "una storia illuminante". Per farlo ritiene necessario ripercorrere sinteticamente la storia , iniziando dal 1997, quando il Consiglio Comunale di Foligno adottò il nuovo P.R.G. Nell’area dello zuccherificio vengono previste superfici commerciali e per pubblici esercizi pari a mq 13.033, superfici direzionali pari a mq 8.408, superfici per l’attività di formazione pari a mq 4.204 e superfici abitative pari a mq 16.397. È altresì previsto che un marchio commerciale – con nome e cognome – si trasferisca nell’area. A quel punto Coop Centro Italia fa osservazioni avverso le previsioni di piano: troppe le cubature previste per stare nel centro storico e troppo forte la forzatura di creare una posizione di rendita a un competitor, spiega, senza che nessun altro soggetto intervenga. Le osservazioni non vengono accolte: al momento dell’approvazione del Piano Regolatore si ripara però all’evidenza di avere descritto il marchio del concorrente e, senza nominarlo, si lascia – inserendola nello stesso comparto – una posizione di rendita allo stesso favorevole. Si deve a cio il ricorso al Tar da parte di Coop Centro Italia avverso la previsione di Piano Regolatore: nessuno a Foligno - osserva - contesta a quel momento le volumetrie previste nell’ex zuccherificio né le destinazioni delle superfici. Coop perde il ricorso al TAR: nel frattempo l’area – acquisita dalla società Foligno 2000 di cui sono proprietari in parti uguali quattro imprenditori locali – è oggetto di trattativa con diversi interlocutori extraregionali. I destini dell’ex zuccherificio sono nelle mani del mercato: il tentativo – magari pio nelle intenzioni ma vacuo sul piano della realizzabilità concreta – di pianificare a tavolino l’evoluzione del territorio si trasforma nel suo esatto contrario. È a questo punto che Coop decide di acquistare: se è il mercato che deve decidere, decida il mercato. Diventata così proprietaria dell’area, Coop presenta nel 2004 un piano attuativo nel puntuale rispetto delle previsioni e superfici del PRG; piano che viene prima adottato e poi approvato nel marzo 2005. Ed arriviamo finalmente ad oggi. Passati cinque anni nulla si è mosso e - si spiega nella nota di Coop Centro Italia - "firmata la relativa convenzione nel novembre 2005 è stata rilasciata a Coop solo l’autorizzazione a demolire a settembre 2009". La Cooperativa sta ancora aspettando l’autorizzazione per procedere a realizzare le opere di urbanizzazione. "Null’altro: il resto è storia di 5 anni di carte infinite che hanno fatto migliaia di chilometri da un ufficio all’altro della Pubblica Amministrazione toccando decine e decine di uffici, controlli, pareri, verifiche, all’interno dello stesso Comune e poi in Provincia e poi alle Ferrovie, poi all’Ente di bonifica, poi all’ASL, poi all’ARPA, poi all’ENEL, poi alla VUS, poi alla Soprintendenza…" Coop e il rapporto con la città. "Si badi bene - si spiega amcora nel lungo documento -: Coop, già nel 2004, si era fatta carico di ridurre le volumetrie previste nel PRG – in coerenza con l’assunto iniziale delle osservazioni all’adottato PRG – e di avviare con la città un dibattito e una partecipazione sul progetto che potesse coinvolgere le forze culturali, le scuole, le professioni: un’impresa Cooperativa non può ragionare solo in termini di mercato ma anche di sostenibilità dello sviluppo e di vivibilità civile di una comunità. Si tratta di valorizzare Foligno in uno dei suoi bisogni a oggi più vitale: ridare forza, slancio e identità a un centro storico che va concepito come un tutt’uno. Sono necessari momenti di svago, aggregazione, di consumo consapevole, di cultura e di incontro. C’era ieri e c’è oggi la possibilità di fare diventare l’ex zuccherificio uno dei traini della rinascita del centro storico: c’è sintonia con la Confcommercio e con altre associazioni per fare in modo che il tutto avvenga valorizzando i commercianti e gli artigiani di Foligno. C’è un protocollo d’intesa firmato: Coop si impegna ad affittare i locali al costo di realizzazione – ovvero a una remunerazione del capitale investito pari agli ammortamenti fiscalmente previsti. Nessun intento speculativo dunque, la Cooperativa non vuole guadagnarci sopra. Nonostante questo approccio tutto è fermo". Le ipotesi di Coop Centro Italia per il breve/medio periodo "Coop ha avanzato la proposta di avviare le demolizioni e contestualmente le opere di urbanizzazione. Una precisazione: si parla solo della possibilità di realizzare le opere di urbanizzazione. Ancora non si è neanche iniziato a progettare l’ipotesi architettonica e pluri-funzionale dell’area! Per realizzare le opere di urbanizzazione ci vogliono 18 mesi: nel frattempo si può aprire l’iter partecipativo di dibattito all’interno della città. Tempo altri 18 mesi ed è possibile fare il tutto. Sono 5 anni che Coop Centro Italia afferma queste cose: nell’ultimo anno un infinito scambio di corrispondenza fra Comune e Soprintendenza fa stare ancora ferma la pratica. Da quando è iniziata la storia ad oggi sono passati più di 10 anni: intanto la Cooperativa ha sostenuto costi rilevanti e intanto è cambiato il mondo. La crisi incide profondamente sugli stili di vita e i redditi delle famiglie sono diminuiti, il consumismo vecchio stile è tramontato. È il momento di cambiare. Il mercato immobiliare è fermo e il commercio può essere trainante se rigetta i lasciti di questa crisi e se promuove un consumo più consapevole e rispettoso. Torna ad essere centrale la persona e il vivere civile nel tessuto urbano: l’ex zuccherificio può essere volano per una nuova fase della vita della città. La Cooperativa sta costruendo sinergie imprenditoriali con le forze locali per realizzare il progetto: perché con funzioni e compiti diversi, ciascuno rispettando la propria missione imprenditoriale, contribuisca a creare la miglior Foligno possibile del domani. Rimangono fermi per Coop: una buona qualità del progetto, l’accordo fatto con Confcommercio e la necessità di un proficuo dibattito fra le forze vive della città. Una sola condizione viene posta: l’essere una Cooperativa impone un modo aperto di confronto con la comunità in cui è inserita ma non fa venir meno il dovere di compiere un’opera imprenditoriale che abbia il suo break-even economico. In altre parole: ciò che Coop Centro Italia vuole realizzare nell’area è stato già deciso dal Consiglio Comunale oltre 10 anni fa. Si tratta ora di decidere come farlo sapendo coniugare qualità dell’investimento e ritorno economico. Del resto senza il realizzarsi di queste due condizioni nessuno metterà mai mano alla soluzione del problema. In altre parole ancora: Coop Centro Italia è un’impresa, non un Ente di beneficenza". Non è un gioco a scaricabarile : Coop chiede di essere messa alla prova "Molti credono in realtà che fra la Coop e Comune si faccia a scaricabarile sulle responsabilità del fermo di questi 5 anni. In realtà la Cooperativa crede che le imprese oggi paghino sempre di più il prezzo della crisi della politica: quando la politica è debole e le decisioni sono messe in capo a un diffuso funzionariato della Pubblica Amministrazione significa che non è l’eletto del popolo ma il vincitore di un concorso che decide le sorti di una città e i tempi degli investimenti. Se la politica fosse più forte e autorevole, il sistema e il mercato sarebbero più efficienti. Si faccia come a poker e si dica “vedo”. Si rilasci a Coop Centro Italia l’agognata autorizzazione amministrativa per l’inizio dei lavori almeno delle urbanizzazioni: entro sessanta giorni si vedranno i cantieri aperti. È facile: quando si vuole mettere alla prova l’affidabilità dell’interlocutore i modi non mancano. Coop è pronta ad essere messa alla prova. Per la verità non aspetta altro". Condividi