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di Daniele Bovi “Speriamo di riuscire a fare qualcosa di buono per il Perugia e per la città”. Non vuole rivelare il suo nome (ormai una costante di tutta questa storia) ma a parlare è un collaboratore (perugino e presente sia ieri al Curi che oggi in tribunale) di Nicola Ermini, il commercialista fiorentino rappresentante di una cordata di, dicono loro, facoltosi arabi pronti a mettere sul piatto almeno 5 milioni di euro per comprare il Perugia. LA BARCLAPS&PARTNERSL’offerta, come scritto in queste ultime 24 ore, è stata formalizzata dalla Barclaps&Partners, una società domiciliata presso lo studio di un avvocato di Lugano (Walter Zandrini). Quello che si sa è che è iscritta al Foglio unico del commercio svizzero, che ha un capitale sociale di 100mila franchi svizzeri e che l'ultima modifica societaria risale al 15 febbraio scorso. Presidente è tal Elisa Conforti (fino a quel momento amministratore unico), mentre come membro unico figura un certo Leonardo Claps di Potenza. Il nuovo oggetto sociale dal primo febbraio 2010 è questo: "La partecipazione in società, in particolare in società industriali, commerciali e immobiliari. Effettuare tutte le transazioni connesse con lo scopo sociale, in particolare costituire e finanziare società, acquistare, impegnare e vendere partecipazioni a società o beni immobili all'estero. Acquistare beni immobili all'estero, contrarre e concedere mutui e aprire conti presso banche o altri istituti". TUTTO UN GIOCO DI SCATOLE Una scatola finanziaria dentro la quale la fonte di Umbrialeft fa un po’ di luce: “E’ tutto un gioco di scatole – dice – per evitare che salgano troppo presto agli onori della cronaca i reali acquirenti. Acquirenti che, confermo, sono personaggi facoltosi del mondo arabo. I due nomi che lei mi ha fatto (Claps e Conforti) sono quelli di due commercialisti”. Professionisti del settore che forniscono ai reali acquirenti garanzie di anonimato fino al momento giusto: “Sono personaggi – prosegue – che intervengono per garantire certe regole del gioco, commercialisti italiani che conoscono alla perfezione le leggi e che non vanno contro le regole. Tutto è stato fatto proprio per rispettarle”. Quando quel momento giusto arriverà non è dato saperlo. Sicuramente entro le due settimane concesse da Rana. Al-Maktum o Gheddafi? “Troppo semplicistico” risponde la fonte, bisogna guardare verso l’Arabia Saudita. Facendo l’avvocato del diavolo si potrebbe chiedere come mai i Nostri vogliano una così accurata certificazione dei conti se poi per loro 5 o 10 milioni pari sono: “Io dico che c’è – prosegue la fonte – una concreta cordata pronta ad investire in una nobile decaduta da far risorgere”. Sul piano della certificazione del bilancio voluta fortissimamente voluta dagli arabi, la fonte di Umbrialeft sostiene che “oggi pomeriggio il dottor Ermini aveva un appuntamento con il commercialista aretino da noi incaricato per la revisione (Alessandro Vignani, ndr). In mattinata poi Ermini ha fatto forti pressioni su Covarelli per avere i libri ufficiali da consegnare poi a Vignani”. Se questi sono stati dati la nostra fonte ancora non lo sa. IL BUCO CON LO STADIO INTORNO E qui viene il problema, anche se per gli arabi non lo è, dei conti del Perugia. Su una cosa almeno, le due cordate che si combattono sembrano essere d’accordo: “Prudenzialmente e ad una prima impressione ad occhio – dice la nostra fonte – credo che siamo intorno ai 9-10 milioni di euro”. Più o meno la stessa cifra indicata dai Pieroni boys. “I nostri acquirenti – continua – vogliono accertarsi del valore della società: anche se sono disposti ad investire una società di C1 non può avere un costo troppo elevato”. Lo stadio Curi invece sono le sabbie mobili che hanno risucchiato senza pietà tutte le ultime gestioni. In caso di buon esito dell’affare gli arabi sarebbero interessati o no? “Io credo che lo stadio della nostra città – dice la fonte – presenti diversi problemi: è vecchio e malandato. Progetti ambiziosi ci potrebbero anche essere poi certo, come saprà meglio di me, ci sono le competenze della politica”. Perché l’Umbria e perché Perugia? Secondo la nostra fonte “l’Umbria nel mondo arabo è molto apprezzata e gode di un grande appeal. Il Perugia poi è come una di quelle splendide auto d’epoca da far tornare a brillare. Se valorizzate e promosse nel modo giusto – conclude – possono generare un forte ritorno di visibilità”. Quella visibilità a cui questi supposti arabi, stando alle dichiarazioni di ieri di Ermini, sono molto interessati. Se sono tutte chiacchiere, una tattica per dilazionare i tempi oppure qualcosa di più concreto basterà aspettare qualche giorno. Condividi