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PERUGIA - Appena rientrati da un applauditissimo concerto tenuto alla Claridge Zaal di Bruxelles,”i Solisti di Perugia” sono ora impegnati nella preparazione del prossimo appuntamento a Napoli, giovedì 6 Maggio 2010 alle ore 20 nella sontuosa cornice di Villa Pignatelli. Il Concerto rientra nel programma della XVI edizione del Festival “Maggio dei Monumenti”, un Festival ormai annoverato tra quelli di maggiore livello artistico e richiamo turistico dell’intero panorama nazionale. Nei 5 week-end, dal 1° Maggio al 5 Giugno 2010, arte, musica e spettacolo coinvolgeranno cittadini e turisti raccontando autentici gioielli e preziose testimonianze del Barocco Napoletano che caratterizza la città in tutte le sue forme con una sorprendente concentrazione di arte e monumenti. Musica, teatro, danza, cinema e letteratura saranno dunque, nell’ordine, le protagoniste di un “ritratto” dedicato a ciascuna arte ad opera delle più prestigiose e note figure del mondo dello spettacolo (Musicisti, attori, ballerini, scrittori). I “Solisti di Perugia” , insieme con David Geringas nel doppio ruolo di solista e direttore, si esibiranno con un programma decisamente di raro ascolto; un repertorio tutto britannico e moderno, con musiche di Edgar Elgar e Benjamin Britten. Elgar apre e chiude il Concerto in un ideale viaggio dove le vicende umane e stilistiche dei due musicisti sembrano giocare in un sottile quanto significativo contrappunto. La serena ed elegante Serenata op. 20 è un’opera giovanile composta sul finire del XIX° secolo, piacevolmente caratterizzata da un senso di equilibrio ed armonia che trasporta in una dimensione ideale, lontana dalle pur contemporanee tensioni tardo romantiche, in quel mondo della natura che tanto il compositore stesso amava e frequentava. La “Simpe Simphony” di Benjamin Britten è, al pari della Serenata di Elgar, un’opera altrettanto fresca e giovanile; stupisce sempre ricordare come gli otto temi (due per ciascun movimento) a fondamento della composizione siano stati già abbozzati nella prima adolescenza del compositore che ne diresse, con evidente emozione, la prima esecuzione quando era appena ventenne, nel 1934. Il 1934 che fu, per una singolare coincidenza, proprio l’anno della morte di Elgar. La seconda parte del Concerto vedrà David Geringas, il grande violoncellista lituano definito dall’indimenticabile Mstislav Rostropovich come il suo erede, nella veste di solista con il Concerto op.85 di Elgar. Considerato il canto del cigno del Maestro inglese, il Concerto per Violoncello chiude in effetti la carriera compositiva di Elgar che dopo la morte della moglie ridusse la sua attività limitandosi ad abbozzi o brevi revisioni. L’ampia ed elegante cantabilità propria del compositore inglese si tinge di toni profondamente drammatici, disperati, pur senza mai perdere il senso dell’equilibrio e dell’armonia, tanto stilistica quanto formale. Il virtuosismo strumentale che vive in tutte le pagine del Concerto sembra tuttavia passare in secondo piano rispetto alla tensione emotiva ispirata dalla vicenda umana e consegnata al più universale linguaggio dell’Arte in quello che è unanimemente considerato tra i capolavori assoluti della Musica Classica. Condividi