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ROMA - E' stato tra i temi 'caldi' al centro della campagna elettorale nelle tredici regioni chiamate alle urne e, un mese dopo il voto, torna alla ribalta con l'annuncio da parte del premier Silvio Berlusconi che i lavori per la costruzione delle nuove centrali "inizieranno entro la legislatura". Il nucleare sara' tra i primi temi con cui i governatori, che per meta' maggio rinnoveranno i vertici della Conferenza delle Regioni, saranno costretti a fare i conti. Mentre i Comuni sede delle servitu' nucleari chiedono di chiudere con la precedente stagione del nucleare con la messa in sicurezza dei siti, dicendosi pronti ad "azioni eclatanti per il recupero dei rimborsi compensativi". La strada del confronto con le autonomie sulla localizzazione dei siti appare pero' tutta in salita. L'attesa e', innanzitutto, per la decisione della Corte Costituzionale che, il 22 giugno, dovra' pronunciarsi sul ricorso presentato da undici Regioni che hanno impugnato il decreto legge (n.99/2009) sul ritorno al nucleare per 'incostituzionalita'': Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Puglia, Liguria, Marche, Piemonte, Molise e Toscana. E' il 27 gennaio quando le Regioni, in vista della Conferenza Unificata in cui sono chiamate ad esprimersi, mettono a punto un parere negativo a maggioranza sul decreto legislativo per la localizzazione e l'esercizio di impianti di produzione di energia elettrica e nucleare, di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio delle scorie, nonche' le misure compensative e le campagne informative per l'opinione pubblica. Anche il governatore del Veneto Luca Zaia sottolinea che la sua e' una "posizione molto chiara: ad oggi non esiste nessuna candidatura del Veneto. Ogni ragionamento e' puro diletto. Per la conoscenza che ho io del territorio e per l'elevata antropizzazione del Veneto ho difficolta' a pensare che ci siano siti che possano rispettare i requisiti previsti dalla legge. Se qualcuno avra' l'ardore di presentarci un possibile sito saremmo curiosi di sapere quali saranno le considerazioni fatte - aggiunge - il mio parere e' da profano non da tecnico ma a oggi non c'e' nessuna candidatura". La stessa Catiuscia Marini, alla guida dell'Umbria, dichiara il suo 'no' rispetto a una scelta che definisce "sbagliata: come politica energetica - osserva - l'Italia dovrebbe puntare in modo decisivo sulle energie alternative". Riguardo al provvedimento poi, "non si possono espropriare le competenze e le decisioni alle Regioni, questo mi sembra un elemento da sottolineare anche se l'Umbria, per la sua sismicita', non e' individuata per la localizzazione di un sito". Nonostante ciò, l'Umbria "condivide il problema". Occhi puntati, dunque, sulla decisione della Consulta alla quale ha fatto ricorso anche il Molise, presieduto da Michele Iorio (Pdl) e vicepresidente della Conferenza delle Regioni. "Io ho fatto ricorso alla Corte costituzionale sui criteri che dovevano rafforzare il ruolo delle Regioni nell'esprimere un parere sulla localizzazione - commenta Iorio - Non sono contrario a una politica nucleare nel nostro Paese ma ho escluso la presenza di una centrale nella mia Regione, anche per le dimensioni, le caratteristiche del territorio e per una serie di problemi di carattere soprattutto ambientale: non ci sono i requisiti che possono immaginare un insediamento di questo genere". Condividi