ROMA - Nella sua inchiesta sullo scandalo del G8, o meglio sugli affari "dubbi" che sono consumati attorno al programma delle Grandi opere, ha tirato in ballo anche l'ex ministro alle infrastrutture Pietro Lunardi. E' stato un nuovo testimone, rintracciato solo da qualche settimana, a tirarlo in ballo: si tratta, come riportano oggi alcuni quotidiani, del cittadino tunisino Laid Ben Hidri Fathi, indicato come l'ex autista tuttofare sia di Angelo Balducci, sia del costruttore Diego Anemone, ritenuto dagli inquirenti il 'grande corruttore'.
Interrogato il 25 marzo scorso a Firenze, Fathi avrebbe riferito di una serie di contatti da lui avuti, per conto di Balducci e di Anemone, ''con vari soggetti, alcuni dei quali ministri, a cui consegnava - si legge nelle carte dell'inchiesta - messaggi o buste di contenuto sconosciuto, per conto di Balducci e dello stesso Anemone''. Tra questi ministri il tunisino avrebbe fatto in particolare il nome di Lunardi, all'epoca titolare delle Infrastrutture.
Sempre Fathi ha dichiarato di aver consegnato all'architetto Angelo Zampolini - secondo l'accusa un riciclatore della provvista 'nera' di Anemone - 500 mila euro in contanti che, a suo dire, sarebbero dovuti servire all'acquisto di un immobile dietro il Colosseo: secondo i magistrati si tratterebbe dell'appartamento poi acquistato dal ministro Claudio Scajola.
E sempre a proposito di Scajola e di Anemone, il quotidiano La Repubblica scrive oggi che il ministro, prima che io suo nome finisse sui giornali, invio' una nota alla Guardia di Finanza per chiedere notizie delle indagini su due societa' riconducibili al costruttore. Tutto cio', ''ai fini della adozione dei provvedimenti di propria competenza''.
Tra gli ultimi sviluppi dell'inchiesta di Perugia anche l'avvio di una rogatoria internazionale, poiche' dalla Banca d'Italia sono arrivate segnalazioni che riguardano depositi all'estero riconducibili a Balducci e all'altro funzionario pubblico Claudio Rinaldi: la procura del Lussemburgo, in particolare, ha segnalato l'esistenza di conti correnti a favore di Rinaldi per 2 milioni e di Balducci per 3, mentre in Svizzera sarebbe stato acceso un conto da Rinaldi la cui entita' non e' stata accertata.
Lunardi si difende: "Conosco Balducci, nulla di irregolare"
"Adesso cercano di tirar dentro le persone che non c'entrano. Sono le cose che succedono in Italia". Così si difende l'ex ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, dalle accuse di essere coinvolto, secondo una testimonianza resa agli inquirenti, e riportata da Repubblica, dall'ex tuttofare di Balducci nell'inchiesta sugli appalti della Protezione Civile. A colloquio con l'Ansa Lunardi ammette i contatti con gli uomini-chiavi dell'inchiesta, Angelo Balducci - all'epoca provveditore alle opere pubbliche di Roma e poi presidente del Consiglio superiore Lavori pubblici - ed il costruttore Diego Anemone, ma l'ex ministro respinge tutte le accuse di illeciti. "I miei rapporti sono stati tutti regolari - dice - posso provarlo in qualsiasi momento. Sono pronto ad essere ascoltato dai magistrati". Anche riguardo ad alcuni lavori che Anemone fece presso una proprietà di Lunardi in campagna, a Parma, "è tutto regolare - prosegue Lunardi - ho i documenti che lo dimostrano". Così come per l'acquisti di un immobile a Roma di proprietà di Propaganda Fide. "Ho tutte le carte in regola", ribadisce l'ex ministro che nega di conoscere il cittadino tunisino tuttofare di Balducci, Laid Ben Fathi Hidri, ed è pronto a querelare i giornali che avrebbero fatto illazioni.
Bersani: vicenda appalti verminaio senza fondo
La vicenda degli appalti del G8 'mostra di essere un verminaio senza fondo collegato sempre a procedure straordinarie e senza trasparenza alcuna, questione che va affrontata come un nodo cruciale della democrazia italiana'. Lo ha detto Pier Luigi Bersani a chi gli chiedeva un commento sul coinvolgimento del ministro Scajola. Il segretario del Pd ha ricordato che è stato chiesto al ministro di 'riferire in Parlamento perché‚ dia la sua versione su quanto sta succedendo'.
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