Il Capogruppo Consiliare PRC SE Gualdo Tadino
Gianluca Graciolini
Sarà l'atmosfera che si è creata e si diffonde presto e a macchia d'olio anche in Umbria dopo il recente recepimento da parte del Consiglio Regionale della Direttiva Bolkestein, sarà la solita scusa della flessibilità, sarà l'odio verso i sindacati, sarà la stessa decadenza di qualsivoglia rispetto per chi lavora, sarà la scusa della crisi che le fa provare di tutte, sarà la solita storia della rivitalizzazione del Centro storico che tutto giustifica ma sta di fatto che il Primo Maggio gualdese nella Nuova Era di Morroni-Monacelli-Vecchiarelli & Co. rischia di trasformarsi dalla Festa dei Lavoratori ad una festa bella e buona fatta ai lavoratori.
Non ci stupiamo, d'altronde, che di fronte alle novità intervenute nel settore del commercio in questi ultimi anni e di fronte alle molteplici situazioni che oramai consentono sempre di più in giro per lo stivale le aperture festive dei centri e degli esercizi commerciali anche nel giorno del Primo Maggio, la Giunta gualdese perda questa occasione per dimostrare la sua totale impermeabilità alle ragioni, anche simboliche, delle lavoratrici e dei lavoratori che la Festa del Primo Maggio ancora si prova a rappresentare.
E non ci siamo stupiti, pertanto, nel vedere Sindaco e Giunta annunciare ed organizzare la fiera Tra le Fonti di Gualdo proprio nel dì calendarizzato a festa del lavoro anche nelle montane contrade rifondate 773 anni fa. Una iniziativa quella della fiera Tra le fonti di Gualdo che insieme a molte altre ed insieme a molti altri istituti ed interventi realizzati nell'ultimo decennio, la giunta di destra si guarda bene dall'etichettare come pesante eredità del passato così come evita accuratamente di ricordarne gli artefici.
La fiera e l'apertura festiva degli esercizi commerciali del centro storico della città, facoltativamente, presumiamo, anche degli altri, nel giorno del Primo Maggio, ancorchè arricchita dal ponte domenicale, ha fatto dunque gola più di una qualsiasi domenica: "l'universo mondo" fa festa e ha più tempo per dedicare agli acquisti. Una bella prospettiva pertanto si apre anche a Gualdo: la festa dei lavoratori si riduce a festa dei consumatori.
Avranno un bel daffare quelli di Tutti Uniti per Gualdo, a far sposare al loro capo la causa della chiusura degli esercizi commerciali nel giorno del Beato Angelo. Non crediamo che riusciranno nell'impresa se da parte di questo sindaco e della sua comitiva non c'è rispetto ed attenzione per le migliaia di "pellegrini" tuttora vivi e vegeti ed anche elettori attivi che dovrebbero festeggiare il loro giorno magari standosene in meritato riposo con la loro famiglia ed in giusta e sacrosanta riflessione sulle loro condizioni di gente che lavora. Figuriamoci se il Beato Angelo da Casale potrà smuovere la sollecitudine della Trinità gualdese: consigliamo Tupg di provare semmai con gli auspici di almeno un paio di noti preti, sicuri e fidati sostenitori della Nuova Era di Gualdo. Ce ne dovrebbero essere tra quelli visti anche nell'ultima campagna elettorale a scorrazzare per le campagne gualdesi in possesso di fac simili ma sprovvisti di acqua santa, nonostante la vicina ricorrenza pasquale.
Un consiglio lo vogliamo dare anche ai commercianti e al loro sodalizio "Riflessi": l'apertura festiva di quest'anno crea un precedente rischioso per i loro affari. Dal prossimo anno sarà senz'altro difficile negare permessi ed autorizzazioni ai centri commerciali e ai molti supermercati anche nel giorno in cui le lavoratrici e i lavoratori, compresi quelli del commercio e anche quelli ambulanti, dovrebbero starsene a festeggiare. Come si saprà, queste strutture possono contare su un personale turnista e su una capacità di soddisfacimento delle richieste molto più elevato dei piccoli o medi esercizi commerciali: la lotta sarà impari e per questi ultimi, anzichè la possibilità di sfruttare ogni occasione per contrastare la crisi e rialzare la cresta, vi sarà la sicurezza di un ulteriore cedimento di fronte ad una concorrenza fortissima ed insuperabile. Chi è causa del suo mal pianga se stesso? Non lo vorremmo proprio dire ma la foga e la superficialità con cui vengono messe in campo certe iniziative ce lo fanno supporre.
Come invito alla riflessione vogliamo chiudere questo intervento con le recentissime e preziose parole del Vescovo di Terni, Mons. Paglia: "i negozi aperti la domenica nei centri storici sono sempre più vuoti, mentre nei grandi centri commerciali, nuove cattedrali del consumo, si assiste sia allo sfruttamento di tanti giovani che vi lavorano con contratti spesso privi di giustizia, sia alla mercificazione delle masse che vi si riversano senza ormai più distinguere non solo tra giorni feriali e festivi, ma anche tra giorno e notte, con ulteriore tributo all'appiattimento, all'alienazione, alla perdita di ogni identità".
Per carità di Dio, non vorremmo certo superare questo solerte pastore di anime, attentissimo alle tematiche sociali della sua comunità, in anatemi o in analisi apocalittiche ma almeno il Primo Maggio lasciatacelo in pace; al massimo, se proprio dobbiamo mettere mano al portafoglio, lasciatecelo fare attorno ad un tavolo in compagnia di famiglia, amici e compagni, magari dopo aver partecipato al tradizionale corteo, ma non si riduca anche questo giorno alla Apoteosi delle inutilità.
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