PERUGIA – La Regione Umbria è sempre più impegnata contro l’abuso di alcol e per prevenire i rischi alla salute. Lo sottolinea l’assessorato regionale alla sanità che, in occasione dell’Alcohol Prevention day, rende noti i risultati umbri del sistema di sorveglianza “Passi”, attivato a livello nazionale per analizzare, attraverso le interviste condotte da operatori sanitari della Asl su un campione rappresentativo della popolazione di età compresa tra i 18 e 69 anni, i fattori fondamentali di rischio per la salute e la diffusione delle misure di prevenzione. E proprio i risultati del sistema di sorveglianza evidenziano l’importanza di diffondere maggiormente la percezione del rischio collegato al consumo dell’alcol, sia nella popolazione generale, sia negli operatori sanitari che, raramente, si informano sulle abitudini dei loro assistiti in relazione all’alcol e pure raramente consigliano di moderarne l’uso nei bevitori a rischio. Secondo i dati del 2009 del sistema di sorveglianza in Umbria si stima che circa due persone su tre di 18-69 anni abbiano consumato nell’ultimo mese dalla rilevazione almeno un’unità di bevanda alcolica (equivalente a un piccolo bicchiere di vino (125 ml), un bicchiere medio di birra o un bicchierino (misura del bar/pub) di liquore), e che una su sei abbia abitudini di consumo considerabili a rischio per quantità o modalità di assunzione. Inoltre, emerge che in particolare il consumo di alcol in maniera smodata (binge drinking), riguarda il 5per cento degli intervistati ed è associato in maniera statisticamente significativa con la giovane età (18-24 anni), il sesso maschile e l’avere molte difficoltà economiche. Sempre nel 2009 il 5per cento degli adulti umbri intervistati di età compresa tra i 18-69 anni, dichiara di aver guidato dopo avere bevuto nell’ora precedente almeno due unità alcoliche equivalenti a 2 bicchieri di vino o 2 lattine di birra. Questa percentuale sale al 9per cento se si considerano solo le persone non astemie. La guida dopo aver fatto consumo di alcol è un comportamento riferito più spesso dagli uomini (12per cento) che dalle donne (3per cento), e da coloro che hanno un alto livello di istruzione (14per cento), senza marcate differenze per età e reddito. Il 7per cento degli intervistati riferisce inoltre di aver viaggiato insieme a una persona che guidava sotto l’effetto dell’alcol. Per quanto riguarda l’atteggiamento degli operatori sanitari solo una piccola parte degli intervistati (13per cento) riferisce che un operatore sanitario si è informato sui comportamenti in relazione al consumo di alcol. Ancora più bassa la percentuale di bevitori a rischio che ha ricevuto il consiglio di bere meno da parte di un operatore sanitario (3per cento).Rispetto agli altri stili di vita è quello di cui si avverte meno consapevolezza. Condividi