di Alessandro Bongarzone - dazebao.org
ROMA - Con il solito linguaggio sibillino, il Bollettino della sala stampa vaticana annuncia che “il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Brugge (sic), presentata da S.E. Mons. Roger Joseph Vangheluwe, in conformità al canone 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico”.
Si tratta di un modo elegante - al di la della “richiesta” di esonero, pur presentata dal presule belga - per segnalare che le “dimissioni” sono il frutto, non del normale avvicendamento alla guida di una diocesi, ma legate ad altre più “gravi cause” - questo prevede, infatti, il secondo comma del canone 401 - che rendono l’interessato “meno idoneo all’adempimento del suo ufficio” per il quale, lo stesso “è vivamente invitato a presentare la rinuncia all’ufficio”. Un modo come un altro, insomma, per segnalare che le dimissioni non sono state proprio un atto spontaneo e che, in Vaticano, l’aria è cambiata.
Un’ecatombe di vescovi
L’accettazione delle dimissioni del vescovo di Bruges, seguono di neanche 24 ore, quelle del vescovo irlandese, James Moriarty, fino ad allora alla guida della diocesi di Kildare e Leighlin - coinvolto nello scandalo degli abusi sessuali per aver coperto i preti pedofili della diocesi di Dublino - e portano a 4 in meno di un mese le “rimozioni”, operate con la stessa motivazione, di altri due presuli irlandesi: John Magee, vescovo di Cloyne e Donald Brendan Murray, vescovo di Limerick.
Si tratta di una vera e propria decimazione anche perché altri quattro vescovi, che hanno presentato le loro dimissioni dopo l’esplosione dello scandalo pedofilia in Irlanda, sono in attesa di conoscere la loro sorte, mentre - è notizia di ieri - il vescovo di Augsburg (Augusta), Walter Mixa, ha presentato le proprie dimissioni al Papa dopo aver ammesso di aver maltrattato, anche con punizioni fisiche, i bambini di un istituto per l’infanzia della parrocchia di Schrobenhausen, nell’alta Baviera.
La confessione del vescovo di Bruges
“Oggi è un giorno nero per la Chiesa. Vogliamo prima di tutto chiedere scusa alle vittime, alle famiglie e alla società”. Sono le parole, pronunciate in una conferenza stampa, con cui l’arcivescovo di Bruxelles e primate della Chiesa belga, Andrè-Joseph Leonard ha annunciato che Benedetto XVI ha accettato le dimissioni del vescovo di Bruges, Roger Vangheluwe - a lui direttamente sottoposto - per aver abusato sessualmente di un minore anni fa.
Infatti, poco dopo, con una nota - diffusa a mezzogiorno, in Belgio e in Vaticano - è arrivata la confessione di monsignor Vangheluwe che ha ammeso di “aver abusato sessualmente quando ero ancora un semplice sacerdote e per un certo tempo all’inizio del mio episcopato” di un giovane dell’ambiente a lui vicino. “La vittima - afferma il 74 enne presule belga - ne è ancora segnata e la tempesta mediatica di queste ultime settimane ha rafforzato il trauma. Nel corso degli ultimi decenni - prosegue la nota del vescovo Vangheluwe - ho più volte riconosciuto la mia colpa nei suoi confronti, come nei confronti della sua famiglia, e ho domandato perdono. Ma questo non lo ha pacificato. E neppure io lo sono”.
Da qui, dunque, la decisione del vescovo di Bruges di rassegnare le dimissioni in quanto, si legge ancora nella nota “non è più possibile continuare in questa situazione. Sono profondamente dispiaciuto per ciò che ho fatto e presento le mie scuse più sincere alla vittima, alla sua famiglia, a tutta la comunità cattolica e alla società in genere. Perciò mi ritiro”. Nato nel 1936, mons. Vangheluwe è diventato prete nel 1963 ed è stato nominato vescovo di Bruges nel 1984.
“La situazione è seria”
Nella sua conferenza stampa, l’arcivescovo di Bruxelles, monsignor Leonard, ha ammesso che “siamo di fronte a una situazione particolarmente seria. Il nostro pensiero - ha affermato - va alla vittima e alla sua famiglia, che in gran parte apprende solo oggi la sconvolgente notizia”.
Poi, spiegando che non ci saranno più “silenzio e occultamento” sugli abusi sessuali, ha dichiarato che “le dimissioni del vescovo di Bruges dimostrano che la Chiesa cattolica vuole voltare pagina e le dichiarazioni di Vangheluwe corrispondono alla volontà di trasparenza che la Chiesa cattolica del Belgio vuole ora applicare rigorosamente alla materia, voltando risolutamente pagina rispetto all’epoca, non così lontana, in cui - nella Chiesa come altrove - si preferiva la soluzione del silenzio o dell’occultamento”.
Le dimissioni del vescovo di Augusta
Sul “fronte” tedesco delle accuse di pedofilia, abusi e maltrattamenti sui minori, dopo giorni di pressioni da parte di politici e della stessa Chiesa, si è dimesso il vescovo di Augusta, Walter Mixa, costretto ad ammettere di aver picchiato alcuni ragazzi e, a questo punto, il benestare da parte del papa, più che una formalità appare come un atto scontato.
Nelle scorse settimane, infatti, il 68 enne vescovo conservatore della città bavarese era stato al centro di pesanti polemiche, non solo per l’inchiesta in cui risulterebbe coinvolto per l’appropriazione indebita di fondi destinati a un istituto per l’accoglienza di bambini ma, soprattutto, perché ha ammesso di aver maltrattato, anche con punizioni fisiche, i bambini ospiti dell’orfanotrofio di St. Josef di Schrobenhausen.
Da quanto si è saputo, la decisione di Mixa segue i colloqui che il presule ha avuto con il presidente della conferenza episcopale tedesca, Robert Zollitsch che gli avrebbe chiesto se non ritenesse “utile un periodo di riflessione spirituale e di distanza fisica”. Una richiesta a cui il vescovo ultra conservatore - più volte criticato, in passato, dalla stessa Conferenza episcopale per avere paragonato il numero di aborti effettuati negli ultimi decenni allo sterminio degli ebrei da parte del regime nazista - ha risposto con una lettera di dimissioni al papa. A rivelarlo è il giornale locale “Augsburger Allgemeine”, che riferendo della missiva spiega come, insieme alle dimissioni, il vescovo abbia chiesto perdono “a tutti coloro nei confronti dei quali è stato ingiusto e a coloro cui ha dato motivi di preoccupazione”.
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