PERUGIA - ''La storia recente dell'informazione digitale e' uno stillicidio di irregolarita' a livello contrattuale; e' necessario produrre reddito con il lavoro in rete, ma non ci sono risposte certe''. A sostenerlo e' stato Marco Renzi, giornalista ed esperto di rete, nel corso della conferenza stampa sul tema ''Problemi digitali: la difficile vita di chi fa informazione on-line'' tenutasi ieri mattina alla Sala Lippi a Perugia, nell'ambito del festival internazionale del giornalismo che si svolge nel capoluogo umbro. Al dibattito hanno preso parte tra gli altri, Claudio Giua, giornalista de L'Espresso e responsabile dello sviluppo dell'innovazione, Roberto Natale, presidente della FNSI e Adriano Provera, membro della Fasipress.
''Quelli che lavorano on line - ha proseguito Renzi - non sono tutti tesserati e le categorie devono far qualcosa per introdurre il concetto di liberta' di stampa e informazione. Spesso chi lavora in rete si sente abbandonato, non rappresentato o addirittura sfruttato dagli editori''.
Per Claudio Giua ''la causa della crisi che ha fatto presto tappa in Europa, e' la presenza di iniziative che consentono di continuare a svolgere la professione pur con stipendi piu' bassi. I contenuti prodotti, a causa dei costi alti, hanno una distribuzione ed un peso molto superiore che in passato. Cio' che si scrive su questo e' positivo - ha concluso - ma puo' creare dei problemi agli editori. La Carta di Amburgo, firmata lo scorso anno nella sede di un editore tedesco, sostiene che i contenuti vanno retribuiti anche per difendere i diritti dei lavoratori''.
Adriano Provera membro della Fasipress, tra l'altro, ha criticato l'atteggiamento dei giornalisti direttori, che ''non pagano e che sfruttano spesso il lavoro dei colleghi. E' un settore - ha concluso - che va rivisto completamente''.
Infine per Roberto Natale, presidente FNSI per il quale ''e' necessario dare un bollino blu all'informazione. C'e' sicuramente sfruttamento e noi difendiamo l'idea dell'informazione professionale, non per erigere delle barriere all'accesso ad essa, ma affinche' la stessa - ha concluso - sia un luogo dove chi naviga in rete possa trovare informazioni credibili e provate''.
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