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di Daniele Bovi Contrordine, la Tia torna una tariffa. E’ questo il risultato di un emendamento al decreto incentivi presentato ieri dalla maggioranza nella commissione Finanze della Camera all’ultimo secondo disponibile (le 16). La soluzione, indicata dal ministro Tremonti, prevede di stabilire per legge la natura “non tributaria” della Tia. L’Iva, quindi, una volta convertito in legge il decreto e il relativo emendamento, potrà tranquillamente tornare a far capolino nelle bollette degli utenti. In special modo in quelle delle utenze domestiche, visto che quelle “non domestiche” (negozi e imprese) il dieci per cento di Iva potranno scaricarlo. La modifica, in caso di approvazione, rappresenterebbe un completo rovesciamento della sentenza della Corte costituzionale del luglio scorso (239/2009). Sentenza che aveva appunto stabilito la natura tributaria della Tia e la conseguente illegittimità dell’Iva. Tutto ciò in ossequio al principio che non si può pagare una tassa (l’Iva) sopra un’altra tassa (la Tia). L’emendamento del pidiellino Leo è anche la pietra tombale su qualsiasi ipotesi di rimborso (già complicato) dell’Iva pregressa. Il ragionamento è che l'Iva, di fatto, rappresenta una "quota" delle tariffe e "non può quindi formare oggetto di richiesta di rimborso da parte degli utenti", dato che il bollettino Tia assolverebbe alla "duplice funzione" di fattura per il servizio di smaltimento reso dal gestore al Comune e di atto impositivo emesso dal Comune verso gli utenti: dunque l'Iva diventerebbe “quota-parte” della tariffa. Prevedibile, a questo punto, che i consumatori disseppelliscano l’ascia di guerra. Le conseguenze di una possibile approvazione però riguardano anche i Comuni che, entro il 30 aprile, dovranno approvare i propri bilanci preventivi. Dopo la sentenza della suprema corte infatti la Tia è entrata nei bilanci preventivi dei comuni, che devono prevedere entrate e uscite. Con le prime, ovviamente, che devono coprire le seconde. In un periodo di vacche magre come questo e con lo spauracchio del patto di stabilità una rogna non da poco. Dopo l’emendamento del Pdl, a questo punto, la Tia uscirebbe dai bilanci preventivi. “Non sarebbe la prima volta – commenta con Umbrialeft l’assessore al Bilancio del Comune di Perugia Livia Mercati – che emendamenti non si trasformano in legge. Posto che la Corte – prosegue la Mercati – ha definito nel luglio scorso la Tia una tassa, noi ci siamo regolati sulla base di quelle indicazioni prevedendo una posta in bilancio. Ora aspettiamo e vediamo che succede: quando ci saranno norme più chiare valuteremo il da farsi”. "Ammesso e non concesso - ha detto invece ieri il leghista Giovanni Fava, relatore del dl incentivi - è doveroso mettere mano al problema e trovare una soluzione ma che contemperi le diverse esigenze dei Comuni, che hanno difficoltà a chiudere i bilanci, e dei cittadini". Si deve trovare una "soluzione legislativa che sia di mediazione. Non può essere un colpo di spugna e avvenire a scapito dei cittadini". Condividi