Che sarà mai successo in quelle nove ore passate ieri fra i due comunicati stampa diramati dall'Italia dei Valori dell'Umbria riguardo alle trattative intraprese con la presidente Marini sulla presenza del partito di Di Pietro nella nuova Giunta regionale? Nel primo, giunto alla nostra redazione alle ore 15,38, si descriveva un clima idilliaco riguardo all'incontro appena avuto con la governatrice, tanto che ci siamo permessi, nel pubblicarlo, di parlare nel titolo di "facce distese", il che non è esagerato, visto che quella nota si apriva con questo giudizio di sintesi come loro stessi l'hanno definito: "Siamo ancora in una fase interlocutoria ma apprezziamo il clima di collaborazione instaurato con la presidente Marini". Incontro, si chiariva anche, al quale aveva partecipato una delegazione fortemente rappresentativa del partito, composta da Zipponi, Orlando, Brutti e Dottorini. Tutto bene, quindi, se non che poco meno di nove ore dopo, esattamente alle 0,22 di notte, ci arrivava una nota di tutt'altro tenore, questa volta a firma del solo garante regionale on. Leoluca Orlando, che già dal titolo, "Nessuna intesa senza giusto riconoscimento a IDV", lasciava comprendere che quel clima sereno prima descritto, si era improvvisamente volto al brutto. Che cosa era successo di nuovo in quelle poche ore da mutare profondamente l'umore del massimo dirigente umbro dell'Idv? Escluso un ripensamento della Marini riguardo alle assicurazioni che evidentemente aveva prima fornito, l'unica novità che ci risulta viene dal versante di Rifondazione Comunista, il cui Comitato Politico Regionale aveva sciolto ieri sera il nodo della rappresentanza in giunta della Federazione della Sinistra, indicando il segretario regionale Stefano Vinti. Ora, anche se Vinti è visto un po' come il fumo negli occhi in casa Idv, i cui dirigenti l'accusano di essere il tessitore della trappola tesa ai loro danni attraverso la nuova legge elettorale che ha premiato la Federazione con tre eletti, contro i due ottenuto dal partito di Di Pietro che pure aveva raccolto un maggiore numero di voti, non pensiamo che questa ostilità possa spingerli ad esercitare una sorta di "diritto di veto" arrogandosi il compito di indicare loro chi deve rappresentare le sinistra umbra nell'esecutivo di Palazzo Donini. Per cui la ragione del cambiamento d'umore non può essere questa. Resta quindi il mistero e rimaniamo sinceramente in attesa di capirci di più. Comunque pubblichiamo integralmente per i nostri lettori le due note che abbiamo ricevuto ieri, tanto per fornire loro tutti gli elementi di cui disponiamo: nota delle ore 15,38 "Siamo ancora in una fase interlocutoria ma apprezziamo il clima di collaborazione instaurato con la presidente Marini". Questo, in sintesi, il commento della delegazione dell´Italia dei Valori composta da Zipponi, Orlando, Brutti e Dottorini al termine del secondo incontro con Catiuscia Marini per la composizione della Giunta regionale. "Si ripropone anche a livello locale - sostiene la delegazione IdV - il patto di coalizione stabilito a livello centrale a dimostrazione che Pd e Italia dei Valori possono concretamente aspirare a un ruolo di seria alternativa per la guida del Paese. Una soluzione ancora più legittima in Umbria, dove le urne hanno chiaramente segnalato l´Idv come terza forza politica. Ci auguriamo che il nostro sforzo a collaborare sia seguito da tutti gli altri partiti della coalizione di maggioranza". nota delle 0,22 Regione: Orlando "Nessuna intesa senza giusto riconoscimento a IDV" Italia dei Valori ha conseguito uno straordinario risultato elettorale, di gran lunga superiore a quello conseguito negli anni passati in tutte le precdenti competizioni elettorali e di gran lunga superiore a quelle di tutte le altre formazioni politiche che fanno parte della coalizione guidata dal pd e dalla presidente Catiuscia Marini. Tale peso elettorale è stato mortificato da una brutta legge elettorale che ha visto la nostra intransigente opposizione nella passata legislatura. Una legge elettorale che contiene l´inaccettabile listino dei nominati, una legge elettorale che ha consentito ad altre formazioni politiche di ottenere, con poco più della metà dei voti attribuiti a IDV, il doppio dei consiglieri regionali attribuiti al nostro Partito. Nessuna intesa potrà essere raggiunta in Umbria fintanto che il PD e la presidente Marini, insieme con l´intera coalizione, non si faranno carico di mostrare adeguato rispetto al ruolo ed alle proposte programmatiche di IDV, i cui consensi ottenuti sono stati determinanti per l´elezione della presidente e la vittoria della coalizione. Come si vede nella seconda nota l'Idv torna ad agitare la questione legge elettorale, in primo luogo per il tanto esecrato "listino" nel quale pure il partito di Di Pietro si è velocemente accomodato con il sen. Brutti. Quanto poi al fatto che la Federazione della Sinistra abbia ottenuto un seggio in più dell'Idv pur avendo guadagnato meno voti a livello regionale, questo non ha nulla a che vedere con il "listino", bensì è legato alla modifica che è stata introdotta per l'assegnazione degli eletti nei due collegi provinciali e principalmente al fatto che per la prima volta i resti sono stati considerati separatamente, ovvero quelli di Perugia nel collegio di Perugia e quelli di Terni nel collegio di Terni. Norma riguardo alla quale l'Idv non ha mai posto obiezioni prima del voto. E' purtroppo successo, per loro, quello che nessuno poteva a priori considerare, ovvero che l'Idv, pur avendo ottenuto un indiscutibile successo in provincia di Perugia, non ha comunque riportato voti sufficienti per avere due eletti, quindi i suoi resti sono andati perduti. E', certo, una fatto spiacevole, per chi l'ha subito, ma è una cosa del tutto naturale (è accaduto altre volte che un partito ci abbia rimesso in questo gioco ed anche la Federazioni della Sinistra ha perso nel collegio di Perugia un bel gruzzolo di voti, anche se minore rispetto a quello dell'Idv) del quale nessuno può essere ritenuto colpevole. Quanto al collegio di Terni, la Federazione della Sinistra qui è andata meglio dell'Idv, per cui è da considerare altrettanto naturale che abbia eletto lei un suo rappresentante in Consiglio regionale, anziché il partito di Di Pietro. Tutto qui e non si comprende dove stia lo scandalo sul quale torna ad insistere l'on. Orlando con l'evidente intento di alzare il prezzo politico per la presenza del suo partito in Giunta. Condividi