Mentre in serata va in scena il comitato politico regionale del Prc che dovrà indicare a Catiuscia Marini un nome da mandare a palazzo Donini (in ballo Vinti e Stufara), la situazione all’interno del Pd e degli alleati va strutturandosi sempre di più. Entro sabato si chiude. Pochi giorni e si vedrà quanto rinnovamento ci sarà (compatibilmente con gli appetiti di Pd e alleati) all’interno della giunta di Catiuscia I.
I socialisti sono, fin dal giorno dopo il voto, quelli più tranquilli: il prescelto è Rometti (probabili le deleghe a cultura e turismo. E mentre nell’Idv salgono le quotazioni di Carla Casciari (sorella della “Iena” di Italia Uno), gli altri punti fermi sono i bersaniani di casa Pd: Riommi (Bilancio?), Rossi (Attività produttive?) e Cecchini. L’ex sindaco si prenderebbe, stando ai rumors, la Sanità “spacchettata”: la programmazione del settore, cioè, rimarrebbe in capo al presidente. C’è già chi lo chiama, così impostato “l’assessorato sòla”.
Dentro AreaDem sono sempre in ballo i magnifici quattro: Brega, Tomassoni, Bracco e Leonelli. Per disbrigare la matassa, viste le poche ore rimste, in serata è previsto l’arrivo di Bocci. L’equilibrio alla fine si troverà intorno a un ex ds e a un ex margherito. Due ex margheriti o due ex diessini non sono un’ipotesi praticabile. La coppia Brega-Tomassoni pare in vantaggio. La presidenza del Consiglio e gli assetti consiliari , così come ribadito dal presidente Marini, sono patate bollenti lasciate ai partiti. Saranno le segreterie delle varie anime della maggioranza a trovare la quadratura del cerchio.
LE ATTESE DELL’AREA MARINO Un aspetto poco approfondito è quello relativo alle aspettative dell’area Marino. Di loro non si parla. La questione, tutta politica, è semplice ed è stata trattata più volte da Bersani e dal senatore Marino. Il “caso Umbria”, dove i mariniani (senza appoggio di sindaci o assessori) hanno raggiunto un ottimo risultato sia al congresso sia alle primarie, è stato assunto come una priorità. Il pluralismo e il rinnovamento delle idee e delle persone, dicono i mariniani, deve esserci nel partito e nelle istituzioni. La richiesta di un assessorato è forte e chiara. Una richiesta, per altro, considerata legittima sia dal presidente che dal segretario regionale. Problemi nominalistici non se ne fanno: l’importante è dare cittadinanza a tutte le aree del partito.
Qui – dicono orwellianamente i Marino boys – sembra che esistano aree più uguali delle altre. E il rischio di rimanere triturati tra Bocci e la Marini è forte. Nonostante non abbiano mandato nessuno in Consiglio, i numeri ottenuti dai candidati dell’area (Mirti su tutti) sono più che buoni. Abbiamo dimostrato – è questo il succo del ragionamento che molti fanno nell’area – che non siamo un “fenomeno” da primarie: il risultato è, infatti, strutturato nel territorio. Siamo un’area che riesce a parlare a fette trasversali, sia culturalmente che territorialmente, di società. Nell’epoca dei ras locali, quasi uno svantaggio. Per chiudere c’è tempo fino a sabato.
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