ROMA - I tre operatori italiani di Emergency arrestati a Kabul sono stati rilasciati. Secondo quanto rende noto la stessa organizzazione, si trovano al sicuro nell'ambasciata italiana a Kabul.
Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha espresso il suo "vivo compiacimento per la positiva conclusione" della vicenda che aveva condotto sabato scorso al fermo dei tre medici italiani a Lashkar-gah, nella provincia di Helmand. Lo si apprende alla Farnesina.
"Abbiamo ottenuto quello che era il nostro obiettivo prioritario, e cioé la libertà per i nostri connazionali senza mettere in discussione la nostra posizione di ferma solidarietà con le istituzioni afghane e la coalizione internazionale". Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, commentando la liberazione dei tre operatori di Emergency. Il rilascio dei tre cooperanti di Emergency a Kabul "é il risultato dell'intensa azione condotta dalla diplomazia italiana che ha agito con straordinaria professionalità e discrezione, nel rispetto delle istituzioni afghane che l'Italia e la comunità internazionale stanno aiutando a crescere".
"Vorrei condividere le nostre felicitazioni, in particolare con i familiari dei tre italiani con cui mi sono anche personalmente tenuto in contatto in questi giorni, che ho tenuto subito ad informare degli sviluppi positivi odierni e di cui ho sinceramente apprezzato il comportamento responsabile tenuto in questi giorni difficili per tutti". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, commentando il rilascio dei tre cooperanti di Emergency che erano stati arrestati sabato scorso in Afghanistan. "Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito alla soluzione positiva del caso", ha aggiunto il titolare della Farnesina.
LE ULTIME 48 ORE NON IN PRIGIONE - I tre operatori di Emergency, secondo quanto si è appreso, hanno trascorso le ultime 48 ore non in prigione, ma in una guest house, dove hanno potuto cambiarsi e muoversi con una certa libertà. Le autorità giudiziarie afgane hanno ritenuto che le prove a carico dei tre italiani non sono sufficienti a giustificarne la detenzione, anche se l'inchiesta sull'episodio continua per fare luce sulla presenza delle armi e delle munizioni nell'ospedale di Laskhar Gah. La vicenda dei tre italiani, viene sottolineato dalle fonti, é stata affrontata dalle autorità locali con una attenzione e una rapidità inedite per gli standard afgani, per un fatto del genere. Dunque, una soluzione positiva cui si è potuti giungere - viene ancora rilevato -, grazie all'importante lavoro della Diplomazia italiana e del'Aise in Afghanistan e grazie a quello che viene definito il"ruolo determinante" svolto da Saleh, il capo della Nds, i servizi segreti afgani.
CECILIA STRADA, LIBERI GRAZIE A IMPEGNO DI TUTTI - "Siamo molto, molto felici che i nostri tre operatori siano stati finalmente liberati e che abbiano potuto contattare le loro famiglie dopo otto giorni di angoscia": è il commento 'a caldo' di Cecilia Strada, presidente di Emergency e figlia di Gino Strada, pochi minuti dopo l'annuncio della liberazione a Kabul di Marco Garatti, Matteo Pagani e Matteo Dell'Aira. "Non avevamo dubbi sul fatto che tutto si sarebbe risolto bene - ha detto Cecilia Strada - perché abbiamo sempre saputo che sono innocenti, così come lo sapevano le centinaia di migliaia di cittadini italiani che ci hanno sostenuto in questi giorni". I tre operatori, ha detto, stanno bene e sono felici di essere liberi. In questo momento si trovano nell'Ambasciata italiana a Kabul. Una liberazione, quella dei tre operatori arrestati nove giorni fa, che secondo Emergency è stata possibile "grazie al lavoro di tutti coloro che si sono adoperati in questi giorni". Non sa ancora, Cecilia Strada, se e quando i tre operatori potranno tornare in Italia: "Ora è il momento della gioia, poi si ragionerà su cosa fare".
LE TAPPE DELLA VICENDA IN UNA SINTESI DELL'ANSA - Sono stati rilasciati dopo otto giorni di detenzione i tre cooperanti di Emergency, l'infermiere Matteo Dell'Aira, il chirurgo Marco Garatti e il logista Matteo Pagani, arrestati sabato 10 aprile dalle autorita' afghane a Lashkar-gah. Ecco in sintesi le tappe della vicenda: 10 APRILE - Con un blitz nell'ospedale di Emergency di Lashkar-gah nella provincia di Helmand, i servizi di sicurezza afghani (Nsd) arrestano i tre italiani, insieme ad altri sei cooperanti afghani, con l'accusa di preparare un attentato kamikaze contro il governatore della provincia, Gulab Manga. In una stanza della struttura ospedaliera vengono trovati giubbotti esplosivi, bombe a mano e armi. Il fondatore dell'Ong, Gino Strada, definisce ''ridicole'' le accuse e chiede al governo italiano di intervenire. In una nota la Farnesina ribadisce ''la linea di assoluto rigore contro qualsiasi attivita' di sostegno diretto o indiretto al terrorismo'' e allo stesso tempo riconferma ''il piu' alto riconoscimento al personale civile e militare impegnato in Afghanistan per le attivita' di pace''. 11 APRILE - L'ambasciatore italiano a Kabul, Claudio Glaentzer, incontra i tre fermati in una struttura dei servizi di sicurezza afghani, trovandoli ''in buone condizione''. Il giornale britannico Times diffonde la notizia secondo cui i tre italiani avrebbero ''confessato'' il proprio ruolo nel complotto per uccidere il governatore, citando il suo portavoce, Daoud Ahmadi, mentre secondo la Cnn sarebbero accusati anche dell'uccisione dell'interprete di Daniele Mastrogiacomo, l'inviato di Repubblica sequestrato nel 2007. Gino Strada accusa il governo Karzai di aver ''sequestrato'' i tre italiani e parla di ''una guerra preventiva per togliere di mezzo un testimone scomodo prima di dare il via ad un'offensiva militare in quelle regioni''. 12 APRILE - Per il ministro degli Esteri Franco Frattini parlare di sequestro e' ''una polemica politica che non aiuta i nostri connazionali''. I tre, aggiunge, ''non sono stati abbandonati'' dal governo italiano. Frattini annuncia inoltre che inizialmente erano stati ''trattenuti'' anche altri cinque operatori dell'Ong, tra cui quattro italiane, poi lasciati andare. Nessuna accusa ufficiale viene ancora formulata nei confronti dei cooperanti di Emergency, mentre il portavoce del governatore di Helmand smentisce di aver parlato di confessione e che i tre avessero legami con al Qaida. 13 APRILE - Frattini annuncia una lettera al presidente afghano Karzai per chiedere di accelerare le indagini, mentre la procura di Roma apre un fascicolo senza ipotesi di reato ne' indagati. 14 APRILE - In un'audizione al Parlamento, Frattini si dice ''insoddisfatto'' delle risposte finora avute dal governo afghano e spiega che in una lettera a Karzai il premier Silvio Berlusconi chiedera' ''risposte concrete''. Il titolare della Farnesina annuncia anche che uno dei tre ''potrebbe essere presto liberato''. 15 APRILE - Dell'Aira, Garatti e Pagani vengono trasferiti dall'Helmand a Kabul. Continua la polemica tra Gino Strada e la Farnesina. Emergency designa l'avvocato Afzal Nooristani, come difensore dei tre italiani, ma al legale non viene consentito di incontrarli. 16 APRILE - L'ambasciatore Glaentzer, insieme all'inviato di Frattini in Afghanistan Massimo Iannucci, ottiene il permesso di incontrare, uno alla volta, i tre cooperanti italiani detenuti in una struttura dell'Nsd nei pressi di Kabul, trovandoli in buone condizioni di salute e di detenzione. Intanto Gino Strada non esclude un ruolo dei militari britannici nell'arresto dei tre operatori, ma un portavoce del Foreing Office precisa: le truppe britanniche sono entrate nell'ospedale di Emergency solo in un secondo momento, su richiesta delle forze afghane, per renderlo sicuro. L'ospedale viene chiuso e i pazienti piu' gravi trasferiti in quello governativo di Bost. 17 APRILE - A Roma manifestazione di sostegno ai tre arrestati. In piazza San Giovanni sono 50mila i partecipanti secondo Emergency. Intanto a Kabul Iannucci incontra Karzai che assicura un'inchiesta ''chiara e trasparente''. L'inviato di Frattini annuncia in serata di aver trasmesso alle autorita' afghane una proposta del ministro che possa portare a ''una rapida soluzione'' della vicenda. 18 APRILE - Per tutto il giorno si rincorrono voci di un imminente rilascio dei tre. Intorno alle 16.00 la notizia della liberazione data dal ministro degli Esteri Franco Frattini.
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