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CITTA' DI CASTELLO - “Abbiamo voluto rendere Garavelle un museo vivo per i visitatori e per i tifernati: ci siamo riusciti, come dimostrano le numerose iniziative che le associazioni organizzano nei nostri spazi e le tante donazioni provenienti anche dalla Valtiberina toscana”: è soddisfatto il presidente del Centro di documentazione delle tradizioni popolari di Città di Castello Gianfranco Bellini, per il quale “dopo i lavori, il museo aveva bisogno di aprirsi all’esterno e riacquisire il ruolo di custode della cultura popolare e della sua tutela”. Durante una conferenza stampa che si è svolta nella cucina contadina, con il fuoco acceso e gli utensili alle pareti, il comitato ha offerto ai giornalisti derivati e prodotti caseari autoprodotti, “a conferma di come la vivacità del museo si esprime anche attraverso il recupero di lavorazioni tradizionali: abbiamo intenzione - ha annunciato Bellini -   di proporre un corso di gastronomia vero e proprio, per sviluppare un filone rivolto alle scuole e ad un pubblico, sensibile alle buone pratiche alimentari”. Insieme a Bellini erano presenti i componenti del Comitato, il direttore del Centro Tommaso Bigi, il dirigente del settore Turismo Franco Carsena e l’assessore al ramo Riccardo Celestini, che ha sottolineato come “il portato culturale che si respira dentro il Centro è il vero segreto di Garavelle, che ha sperimentato vie di promozione a nostro avviso innovative ed opportune. Il turismo non deve perdere la connotazione caratteristica: vendere luoghi e prodotti è la strada principale per Città di Castello, che ha un patrimonio inestimabile da far conoscere. La ristrutturazione dei due complessi di Garavelle e l’allargamento del percorso museale interno erano precondizioni per realizzare il progetto che Livio Dalla Ragione, alla cui memoria il Centro è intestato, ha perseguito per tutta la vita, spendendosi direttamente a Garavelle. Nelle nostre zone la cultura contadina e le categorie della società agrarie sono ancora prossime: ripartiamo da lì per un’operazione memoria non autoreferenziale ma fortemente orientata alla riflessione sui costumi e sui valori. Però la dimensione di Garavelle non è univoca: oltre l’aspetto culturale c’è quello ludico ed hobbistico della Raccolta ferro modellistica, che dovrà integrarsi nelle attività del museo. Il comune inoltre, grazie alla sensibilità del dirigente, ha trovato le risorse per rinnovare ed integrare il materiale informativo, che ora presenta in modo completo il Centro”. Dal punto di vista scientifico ha aggiunto Bellini “abbiamo intenzione di procedere ad una catalogazione non invasiva delle sale, evitando di snaturarne il realismo. Il visitatore si deve sentire immerso nel clima di questa casa. Per quanto riguarda il turismo invece ci siamo raccordati ad un circuito specifico con il museo del Tabacco di San Giustino. Consideriamo di grande importanza il progetto didattico sui giochi di una volta, comune alle scuole medie cittadine che il prossimo primo giugno terranno qui la manifestazione finale e il percorso dell’Unitre, alla riscoperta di usi e tradizioni. Nuovi stimoli stanno venendo anche dagli scambi culturali realizzati con gruppi interessati a conoscere la civiltà contadina dall’Australia,Olanda e Francia che hanno già prenotato altri incontri nel corso del 2010. Lo spazio nel sito del comune e nell’ambito di tutte le manifestazioni principali sta contribuendo ad aumentare la conoscenza di Garavelle, come testimonia l’incremento del numero dei visitatori”. “Dopo la raccolta degli oggetti, che si deve a Livio, dopo il riordino, ora è il momento del recupero” ha detto Tommaso Bigi, sottolineando come “è già stata data nuova funzionalità ad alcuni oggetti ma questo sarà l’impegno dei prossimi mesi su cui chiediamo l’aiuto di tutti. Abbiamo realizzato un video per le scuole affinché il nostro museo sia conosciuto in un ambito più ampio possibile, soprattutto perché è un laboratorio naturale. Voglio ringraziare le operatrici della cooperativa Il poliedro, perché accolgono il visitatore come fosse un ospite, seguendo il galateo della società contribuendo ad aumentare il fascino del luogo”.  Condividi