CITTA' DI CASTELLO - “Scongiurata la possibile nocività dei materiali liberati in questa prima fase del cantiere, l’Amministrazione comunale ha intenzione di mantenere un canale di confronto con tutti gli interlocutori per concertare le operazioni e la logistica nell’area ex Fat. L’incontro di oggi è servito a informare e rassicurare i cittadini sul proseguo dei lavori, in particolare quando si procederà a interventi delicati, come la rimozione della copertura o di alcuni macchinari interni agli edifici”: così il sindaco di Città di Castello Fernanda Cecchini ha sintetizzato ieri
l’esito dell’incontro che l’Amministrazione comunale ha promosso con i residenti, la consulta del centro storico, le associazioni di categoria, la proprietà e la direzione dei lavori, alla presenza dei responsabili del Dipartimento di prevenzione della Asl 1 e dei tecnici dell’Arpa.
“Nella demolizione di un fabbricato, di dimensioni notevoli e risalente a quasi un secolo fa, non esiste una soluzione ad impatto zero: il Contratto di quartiere avrà ricadute inevitabili nella vita di due rioni popolosi come Prato e Mattonata. Possiamo però individuare il percorso che ci consenta di ridurre al minimo le ricadute negative, in termini ambientali e logistici, attraverso il concorso di tutti coloro che sono portatori di un interesse specifico rispetto al cantiere”.
Nel corso della riunione Annarita Comodi, responsabile del Dipartimento di prevenzione della Asl 1, ha ribadito che “dal punto di vista dei lavoratori e dell’impatto esterno non esistono rischi in base alle analisi del materiale prelevato, che è risultato essere fibra di vetro, anche se abbiamo indicato alla direzione dei lavori alcuni accorgimenti da assumere per controllare, nella demolizione delle finestrature, il raggio di spolveramento. Nelle fasi successive che implicano il trattamento di materiali più critici, sarà attiva una ditta specializzata che si muoverà secondo protocollo ben precisi e già comunicati a questi uffici”.
Anche Sara Passeri, dirigente dell’Arpa, ha confermato di non aver ravvisato “problematiche ambientali”, ricordando che esiste una rigido e dettagliata normativa sulla gestione dei cantieri dal punto di vista dell’impatto ambientale e acustico.
Già in questo primo incontro sono emerse alcune esigenze di cittadini e attività commerciali, rilevate in concomitanza con l’inizio dei lavori e con la coesistenza nella prossimità di altri cantieri legati alla riqualificazione del centro storico. In particolare, a nome del Comitato Prato-Mattonata, Federico Del Gaia ha segnalato l’opportunità di “una gestione diversa dei lavori, isolandolo maggiormente dalla realtà urbana in cui è inserito attraverso accorgimenti di carattere tecnico. L’allarme lanciato alcuni giorni fa è sintomo di una preoccupazione diffusa tra i residenti. Se non si può pensare ad un cantiere con impatto zero, dobbiamo valutare, tenendo conto delle istanze dei residenti, la gestione del traffico, in una via, Borgo Farinario, densamente popolata e che già soffre un notevole transito di veicoli”.
“Ritengo che il clima di collaborazione e disponibilità manifestato oggi dai cittadini e le associazioni - conclude il sindaco - si debba concretizzare in confronto permanente con i tecnici comunali e la direzione dei lavori, affinché le fasi di maggiore criticità vengano affrontate attraverso soluzioni concertate e rispettose dei legittimi interessi di attività commerciali e residenti, consapevoli che non esiste la quadratura del cerchio e che il recupero del centro storico ha come obiettivo aumentarne la vivibilità e rilanciarne le funzioni”.
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