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PERUGIA - Il fascismo che non ti aspetti. Da una parte la facciata ''dura e pura'' dei repubblichini di Salo', ''sprezzanti contro tutto e contro tutti'', dall'altra quella degli ultimi fedelissimi di Mussolini che ''arrivarono quasi a pietire un'udienza in quei palazzi che per vent'anni avevano cercato di fascistizzare''. C'e' questo e molto altro nel libro 'Un rapporto a meta': Chiesa e Repubblica Sociale Italiana 1943-1945' scritto da Jacopo Barbarito. Il volume, edito da Bonanno, si concentra su quello che e' definito uno dei volti meno noti dell'esperienza della Repubblica sociale italiana, quella dei rapporti con gli altri Stati e il Vaticano in particolare. Un campo di indagine ''trascurato dai grandi dibattiti storiografici'', dal quale Barbarito - ha spiegato lui stesso - e' riuscito a riportare alla luce documenti e informazioni inedite, come la continuazione del pagamento della congrua ai sacerdoti da parte della Repubblica sociale, secondo quanto previsto dai Patti lateranensi. ''Un rapporto travagliato, quasi sordo, che si e' bruciato - ha aggiunto l'autore - pian piano con l'avvicinamento dell'Italia fascista alla Germania hitleriana, salvo spegnersi completamente dopo le sconfitte di El Alamein e Stalingrado, giro di boa del secondo conflitto mondiale per le truppe dell'Asse. I pochi mesi di vita della Rsi passarono quindi nella ricerca, da parte di Benito Mussolini, di presentarsi alla Santa Sede come l'erede naturale del Regno d'Italia, e quindi delle disposizioni del Concordato, che Mussolini aveva sempre considerato come la sua 'opera piu' grande'''. Malgrado il dibattito sulla stampa vicina alla Repubblica, che accusava il Vaticano e il Papa di sentimenti anti-italiani, di favoreggiamento agli anglo-americani, di incoraggiamento alla diserzione e alla ribellione, di mancata condanna dei bombardamenti degli Alleati, l'autore documenta come, nella sostanza, il Governo di Salo' ''non venne mai meno agli obblighi nei confronti delle gerarchie ecclesiastiche che, di fatto, riconoscevano l'autorita' della Rsi, malgrado non vi fossero legami diplomatici tra quest'ultima e la Santa Sede''. Barbarito affianca a questo dibattito una lunga serie di documenti inediti: le disposizioni per gli enti di culto, il riconoscimento giuridico dato a parrocchie, monasteri e confraternite, la creazione dell'Ente nazionale per l'assistenza delle province invase, i dibattiti sui giornali cattolici governativi e quelli clericali, gli screzi con il clero di rito ambrosiano che faceva riferimento al cardinale Schuster, l'elenco dei religiosi uccisi per motivi politici, il comportamento dei vescovi delle diocesi dell'Italia centrale e settentrionale. Condividi