di Alessandro Bongarzone - dazebao.org
ROMA - Questa volta, la misura sembra essere colma davvero! Tanto che alle prese di posizione ufficiali, si affiancano “voci” più ufficiose che - con una veemenza inaudita - tentando di prendere le “parti” del pontefice, molto spesso, realizzano alla “causa” un servizio imprevisto e, se possibile, ancora più dirompente.
I nuovi documenti Tutto inizia da un nuovo, quanto imbarazzante, carteggio portato alla luce - lo scorso venerdì - dalla “Associated Press”. Si tratta di una corrispondenza - tra la diocesi di Oakland e la Congregazione per la dottrina della fede - tutta incentrata sulla richiesta della riduzione allo stato laicale di Stephen Kiesle, reo confesso di aver compiuto - tra l’aprile del 1977 e il maggio 1978 - molestie sessuali su almeno sei bambini e ragazzi di età compresa tra gli undici e i tredici anni.
Ad inoltrare la segnalazione in Vaticano era stato il vescovo di Oakland che, raccogliendo una precisa richiesta dello stesso Kiesle - nel frattempo arrestato, processato e condannato a tre anni con la condizionale - domandava l’autorizzazione a non riammettere il religioso al servizio pastorale dimettendolo, appunto, dallo stato clericale.
Dal carteggio, pubblicato anche sul sito di Repubblica.it (
http://download.repubblica.it/pdf/2010/votum-episcopi.pdf), si evidenzia, quindi, come dalla prima informativa - risalente al 1981 - si arrivi ad una risposta ufficiale, nel novembre dell’85, firmata in prima persona dal Prefetto della Congregazione, con la quale proprio Joseph Ratzinger - assurto al ruolo nel novembre dell’81 - “per il bene della Chiesa universale” si rifiutava di spretare il pedofilo.
Le reazioni in USA
A seguito delle rivelazioni dell’Associated Press, come prevedibile, si scatena la nuova ondata di polemiche. Così, alle dichiarazioni dell’avvocato del Vaticano negli Usa, Jeffrey Lena, che in un comunicato accusa la stampa di “giudizio frettoloso” in quanto “quel documento scritto in latino del 1985 è una lettera formale, di quelle solitamente spedite all’inizio di ogni caso di laicizzazione” seguono quelle dell’avvocato Jeff Anderson, il legale che accusa Ratzinger di aver coperto il molestatore dei bimbi sordi del Milwaukee e che ora ha scovato questo nuovo carteggio, secondo cui “Il Vaticano adesso dovrà rispondere dei suoi atti: anche in tribunale”.
L’avvocato Anderson non crede alla buona fede invocata da Lena, secondo cui quando il futuro papa chiede a John Cummins, il vescovo che gli sollecitava il caso, di esercitare “il massimo della cura paterna”. “Checché ne dica l'avvocato del Vaticano - afferma, infatti, Anderson - i documenti dimostrano il contrario. Altro che prendersi cura: nulla è stato fatto fino all’87, quando il sacerdote fu finalmente spretato”. Poi riferendosi alla versione della lettera come “format” predisposto il legale conclude che se “si trattasse di una lettera-format è la cosa che indigna di più. Vuol dire che sono state usate in migliaia di altri casi. È una risposta stupida. E triste”.
Una “prassi” consolidata
Quella della “prassi” consolidata, invece, sembrerebbe l’ipotesi più accreditata su cui punterebbe il Vaticano per scagionare papa Benedetto anche se, questo, potrebbe gettare un’ombra sul suo predecessore.
Secondo il teologo Gianni Gennari, intervistato da La Stampa di Torino, infatti, il caso di Stephen Kiesle non sarebbe isolato ma il frutto di una “legge non scritta” introdotta ai tempi del pontificato di Karol Wojtyla (convinto che Paolo VI avesse concesso troppe dispense ai sacerdoti) secondo la quale bisognasse dire di no a tutti quelli che chiedevano di abbandonare l’abito talare senza fare differenza sul motivo della richiesta.
Gianni Gennari parla con cognizione di causa in quanto egli stesso, fu sottoposto allo stesso “trattamento” quando si vide opporre, alla richiesta di essere dispensato dal sacerdozio e sposarsi, la “stessa” lettera in latino. Fu solo la sua caparbietà e una lettera “personale” indirizzata proprio a Ratzinger che gli fecero ottenere un intervento del futuro pontefice su papa Wojtila che riuscì a trasformare il no di routine in un sì.
Le reazioni in Gran Bretagna
Prassi o meno, comunque, il nuovo attacco al papa ha scatenato il finimondo in Vaticano anche perchè, proprio la questione della “procedura” ha scatenato reazioni in tutto il mondo al punto che, proprio stamattina, il “Sunday Times” riporta che Richard Dawkins, noto divulgatore scientifico britannico, avrebbe chiesto a un gruppo di avvocati difensori di diritti umani - proprio partendo dalla lettera firmata da Ratzinger - di istruire un dossier per incriminare il pontefice per aver insabbiato i casi di pedofilia all’interno della Chiesa cattolica così da poterlo “arrestare”, proprio come avvenne per Augusto Pinochet nel 1998, quando il pontefice si recherà nel Regno Unito tra il 16 e il 19 settembre di quest’anno.
Il papa convoca i cardinali a Roma
A questi ultimi attacchi, dunque, il Vaticano fa quadrato e risponde con la convocazione di tutti i cardinali di Santa Romana Chiesa, per un summit straordinario, il 19 aprile prossimo, giorno del quinto anniversario del pontificato di Benedetto XVI. Un’occasione che al Collegio cardinalizio - guidato dal decano Angelo Sodano (ex segretario di stato) - offrirà lo spunto per esprimere al Papa “vicinanza e affetto” per gli attacchi di chi lo accusa di non aver vigilato quando era prefetto dell’ex Sant’Uffizio. Un analogo meeting si terrà, quasi certamente, il 16 maggio prossimo, in piazza San Pietro su iniziativa della Consulta nazionale delle aggregazioni laicali (CNAL), organismo CEI che raggruppa oltre 70 sigle, dall’Azione cattolica italiana alle ACLI, dall’AGESCI alla FUCI.
Le reazioni scomposte
La Chiesa, dunque, scende in campo per difendere il papa anche se, alcuni, per eccesso di zelo, la fanno fuori dal vaso aggravando, se possibile, le polemiche.
È il caso dell’81 enne vescovo emerito di Grosseto, monsignor Giacomo Babini che, intervistato da Pontifex.Roma.it, smentendo addirittura la lettera del papa alla chiesa d’Irlanda, si chiede “La Chiesa deve chiedere perdono? E per cosa?”.
Poi, non contento, sapendo perfettamente con chi prendersela, addita il complotto dei nemici di sempre “massoni ed ebrei” (ci ha risparmiato il complotto “plutocratico”) della chiesa cattolica.
Secondo il presule saremmo di fronte ad un “attacco sionista perchè loro non vogliono la Chiesa, ne sono nemici naturali. In fondo, storicamente parlando, i giudei sono deicidi”. “La loro colpa - precisa - fu tanto grave che Cristo premonizzò quello che sarebbe accaduto loro con il non piangete su di me, ma sui vostri figli”. E al giornalista che gli chiede che cosa voglia dire, risponde: “l’olocausto fu una vergogna per la intera umanità, ma ad esso occorre guardare senza retorica e con occhi attenti. Non crediate che Hitler fosse solo pazzo. La verità é che il furore criminale nazista si scatenò per gli eccessi e le malversazioni economiche degli ebrei che strozzarono la economia tedesca. Una tanto veemente reazione si deve anche a questo, la Germania era stanca delle angherie di chi praticava tassi di interesse da usura”.
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