Alessandro Piergentili è il nuovo responsabile della Cgil per l'Alta Umbria. Lo ha deciso stamattina all'unanimità, su proposta del segretario generale della Cgil dell'Umbria Mario Bravi, l'Attivo dei delegati di zona, tenuto presso il centro Socio Culturale San Francesco di Umbertide, al quale hanno partecipato circa 60 lavoratrici e lavoratori in rappresentanza dei luoghi di lavoro e delle leghe pensionati del territorio che va da San Giustino a Gualdo Tadino. Piergentili prende il posto di Maurizio Maurizi, recentemente eletto alla guida della Fiom Cgil di Perugia e al quale è andato il ringraziamento dei delegati per l'ottimo lavoro svolto negli ultimi anni. Il dibattito dell'assemblea è stato incentrato sulle situazioni di crisi che in questo territorio continuano a colpire pesantemente tutti i 4 sistemi locali: Gubbio, Gualdo Tadino, Città di Castello e Umbertide. “E' una crisi che si abbatte trasversalmente sui vari settori produttivi – ha spiegato il nuovo responsabile della Cgil - con circa 1.000 lavoratori che hanno perso il posto, perché licenziati o per l'esaurimento degli ammortizzatori sociali e moltissimi altri interessati dalla cassa integrazione”. Nel suo intervento Piergentili ha quindi evidenziato la necessità di riaprire un confronto con i Comuni dell'area e con la Asl n. 1 per evitare “quell'arretramento dello stato sociale che le scelte del Governo stanno sempre più determinando”. Stato sociale che, al contrario, in questa situazione di pesante e perdurante crisi, diventa “elemento imprescindibile per tenuta dei redditi delle famiglie già fortemente ridimensionati nel 2009”. Ieri, invece, a Tavernelle si è tenuto l'attivo dei delegati Cgil della zona Todi, Marsciano, Trasimeno al quale hanno preso parte circa 50 tra lavoratori e pensionati del comprensorio. Francesco Bartoli, anche qui su proposta del segretario generale regionale Mario Bravi, ha assunto il ruolo di responsabile di zona. Come per l'Alta Umbria, pure a Tavernelle è stata la crisi la vera protagonista del dibattito, che ha evidenziato le forti preoccupazioni di lavoratrici e lavoratori in particolare per la zona del Lago Trasimeno. “Solo in quest'area, peraltro scarsamente industrializzata – ha osservato Bartoli - abbiamo 1.000 lavoratori in cassa integrazione. Un dato davvero allarmante soprattutto nella realtà della Val Nestore che negli ultimi cinque anni ha perso aziende del calibro di Cisa ed Enel”. Ma oltre alla crisi il dibattito ha toccato anche un altro grave problema che resta aperto, stavolta nel Marscianese: quello del terremoto. “Ci sono ancora 400 persone fuori dalle proprie case e le promesse iniziali del Governo e di Bertolaso sono rimaste parole al vento”, hanno spiegato alcuni delegati intervenuti. Per questo la Cgil ha deciso di portare quest'anno la Festa del Primo Maggio proprio a Spina per dare un segnale di forte vicinanza dei lavoratori e del sindacato alle popolazioni terremotate. Condividi