la maddalena g8.jpg
PERUGIA - Nel carcere romano di Regina Coeli dove e' rinchiuso da 50 giorni, Diego Anemone scrive e riceve tante lettere da moglie, figli e parenti, ma e' anche molto impegnato nella lettura di atti processuali e di qualche libro. Lo si e' appreso oggi a Perugia in occasione dell'udienza nella quale e' stato esaminato l'appello dei difensori dell'imprenditore contro la decisione del gip di respingere la richiesta di revoca della misura cautelare per l'inchiesta sugli appalti per i Grandi eventi. All'istanza si sono opposti i pm Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi. I giudici decideranno nei prossimi giorni. Si tratta degli stessi che componevano il tribunale del riesame che ha rigettato la richiesta di revoca della misura cautelare nei confronti dei quattro arrestati nell'inchiesta avviata dalla magistratura di Firenze e poi trasferita a Perugia. ''Anemone sta come puo' stare una persona giovane, incensurata e che in piu' sa di essere innocente ma si trova in carcere ormai da 50 giorni'' ha detto il suo difensore, l'avvocato Gianluca Riitano. Ai giudici, il legale ha chiesto la revoca della misura cautelare per l'imprenditore e, in subordine, la concessione degli arresti domiciliari. Secondo l'avvocato Riitano per Anemone non sussistono infatti piu' pericoli di inquinamento probatorio e di reiterazione del reato. Il legale ha tra l'altro ricordato che il gip sta esaminando la richiesta dei pm di nominare un commissario per le imprese Anemone. ''Abbiamo il massimo rispetto per l'indagine - ha spiegato l'avvocato Riitano - ma crediamo che gia' gli arresti domiciliari possano essere piu' che sufficienti a garantire le esigenze probatorie''. Condividi