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TERNI - Tredici persone denunciate (di cui quattro straniere) e dieci extracomunitari espulsi (tra cui due donne), e' il bilancio dell'attivita' di controllo messa in atto dall'ufficio immigrazione della questura di Terni per contrastare i fenomeni di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina connessi a false dichiarazioni di legalizzazione del lavoro domestico. Nel corso della istruttoria delle istanze di regolarizzazione e' stato accertato che alcuni presunti datori di lavoro, a fine di lucro, avevano formalizzato false istanze di emersione, al solo scopo di consentire allo straniero di ottenere il permesso di soggiorno. In particolare il datore di lavoro attestava falsamente di avere in corso da tempo un rapporto di impiego con uno straniero il quale, al contrario, non aveva mai prestato presso di lui alcuna attivita' lavorativa, e che, il piu' delle volte, non aveva nemmeno mai conosciuto. In alcune circostanze sono stati accertati indirizzi fittizi e recapiti inesistenti. In altre ancora, genitori invalidi, ignari di tutto, sono state vittime inconsapevoli dei propri figli. Dalle indagini e' emerso anche che persone con precedenti penali, hanno reclutato soggetti in evidente stato di bisogno economico (disoccupati e tossicodipendenti) per ottenere le false dichiarazioni. Mediamente le cifre richieste per le false istanze di regolarizzazione si aggiravano intorno ai duemila euro, versati dallo straniero insieme alle spese iniziali per la formalizzazione dell'istanza (500 euro) e alle somme chieste dagli intermediari, di difficile quantificazione. Gli stranieri espulsi, alcuni direttamente in frontiera ed altri mediante avvio presso i Centri di identificazione ed espulsione, sono risultati essere di nazionalita' cinese, albanese e nigeriana. Condividi