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di Amerigo Rivieccio - dazebao.org ROMA - Fin dai primi anni ’90 l’avanzo primario è stato positivo. A voler essere precisi fin dal 1991 tutti gli anni lo stato italiano ha incassato più di quanto ha speso al netto del pagamento degli interessi passivi su un debito pubblico mostruoso. Tutti gli anni cioè, fin dal 1991, gli italiani con tasse e contributi, imposte e balzelli, hanno erogato alla pubblica amministrazione più di quanto la pubblica amministrazione abbia speso per erogare tutti i servizi, dalla sanità alle pensioni. L’esistenza di un così grosso debito pubblico ha però impedito allo Stato di poter tenere in equilibrio i propri conti, tutti gli anni infatti abbiamo anche pagato importi estremamente elevati per pagare gli interessi passivi sul debito pubblico. Un consistente avanzo primario è però fondamentale in quanto consente di tenere sotto controllo la dinamica di crescita del debito impedendone una nuova fatale esplosione che potrebbe portare ad un tracollo ‘greco’ dei delicati equilibri di bilancio. Nel corso del 2009 però l’avanzo primario è tornato a mostrare il segno meno, non succedeva, come detto prima, dal 1991. Il dato in se estremamente preoccupante va però completato per arrivare ad avere una chiara immagine della situazione. Il saldo primario nel 2009 è stato pari a meno 0,6 per cento, era pari a più 2,5 per cento nel 2008. Un quadro molto preoccupante Guardando agli ultimi tre mesi del 2009, quando il peggio, a detta di molti, era già passato abbiamo che le entrate correnti hanno registrato una diminuzione tendenziale del 3,7 per cento, dovuta alla diminuzione delle imposte dirette (meno 9%), delle imposte indirette (meno 0,3%), che significa meno redditi e minori consumi, dei contributi sociali (meno 0,3%), meno lavoro, e delle altre entrate correnti (meno 1,2%). L’unica voce che dà un minimo sollievo ai conti pubblici è, come ormai d’abitudine, quella relativa ai condoni; le entrate in conto capitale sono infatti risultate nel quarto trimestre 2009 in forte crescita e, in particolare, le imposte in conto capitale nelle quali sono contabilizzati, per un importo di circa 5 miliardi di euro, i versamenti una tantum per lo scudo fiscale. Le uscite totali sono aumentate nel quarto trimestre 2009 del 2,5% in termini tendenziali (avevano segnato -1,4% nel 2008). Il loro valore in rapporto al Pil e' stato pari al 59,3% (57% l'anno prima). Nel 2009 hanno registrato un aumento del 3% contro l’incremento del 3,5% fatto segnare nel 2008. Le sole uscite correnti hanno visto nel quarto trimestre 2009 un aumento tendenziale dell'1,6%. Come una danza sul Titanic Il quadro risultante è piuttosto cupo, nonostante gli introiti derivanti dal cosiddetto scudo fiscale, operazione colpo di spugna per gli evasori, eccezionale e difficilmente ripetibile nel giro di pochi anni, l’avanzo primario segna un rosso che dovrebbe costituire un grosso segnale d’allarme. In questa fase infatti lo Stato sta spendendo, al netto degli oneri per interessi passivi, più di quanto incassi e con un debito pubblico così elevato, da cui deriva una elevata sensibilità del bilancio statale alle variazioni dei tassi di interesse, la sensazione che si percepisce è quella di una danza. Una danza elegante, con gli uomini in frac e le donne in lungo da sera, a bordo di un piroscafo. Un piroscafo chiamato Titanic. Condividi