La cancelliera del tribunale arrestata avrebbe sottratto 10 chili d'oro. I fascicoli occultati? Per smaltire gli arretrati

Oltre dieci chili di monili in oro, frutto di sequestri operati dagli organismi di polizia giudiziaria, dalla vendita dei quali avrebbe ricavato circa 70 mila euro: è quanto ha sottratto presso l'ufficio corpi di reato del tribunale di Perugia - secondo l'accusa – la cancelliera arrestata ieri sera dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria presso la procura perugina. A carico della donna, Cristina Bigio, 41 anni, in servizio presso il tribunale stesso dal 2001 come addetto all'ufficio corpi di reato e alla segreteria del gip, vengono ipotizzati i reati di peculato e falso. L'indagine è stata illustrata oggi in una conferenza stampa dal luogotenente Mario Fringuello che guida la sezione di polizia giudiziaria. A far scattare gli accertamenti il ritrovamento, il 24 marzo scorso da parte del personale della cancelleria del gip, di un sacco della spazzatura vicino alla scala antincendio del tribunale contenente alcuni fascicoli processuali e contenitori, vuoti, per corpi di reato di valore. Le indagini si sono indirizzate subito – è stato spiegato - verso la Bigio, all'interno del cui ufficio, nel cestino della spazzatura, sono stati trovati alcuni documenti giudiziari, cartellini dei corpi di reato e monili in oro. Sentita dagli investigatori, la donna ha confessato di essersi impossessata dei gioielli spiegando di dovere fare fronte ai debiti della famiglia, anche in seguito alle difficoltà economiche dell'impresa del marito. Secondo gli investigatori l'attività illecita avrebbe avuto inizio tra il 2003 e il 2004 e, per evitare di essere scoperta, la donna - sempre secondo l'accusa - ha anche sostituito i monili veri con della bigiotteria. I preziosi sono stati quindi venduti e i carabinieri hanno accertato oltre un centinaio di transazioni con un negozio di ''compro oro'' del centro storico di Perugia della quale i carabinieri hanno esaminato i registri. In merito ai fascicoli processuali occultati, la donna avrebbe spiegato di averlo fatto per la difficoltà di smaltire gli stessi legata agli adempimenti burocratici da svolgere.