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NORCIA – Il prossimo venerdì sera, fede, devozione, dogma e folclore si fonderanno a Norcia, coinvolgendo tutta la popolazione, ma anche gli abitanti dei centri frazionali limitrofi, quando si snoderà fuori dalle mura di cinta della città la suggestiva ed austera processione del Venerdì Santo, una tradizione che affonda le proprie radici nel passato; un dramma religioso che la cittadinanza vive ogni anno con grande partecipazione ed intensità emotiva. Oltre quattrocento figuranti in costumi storici romani ed ebraici: portatori di marturelle, bambini con le palme, tamburini, 15 soldati a cavallo, Barabba con Cristo, il Cireneo, lancieri e ladroni, la turba dei curiosi, la corte di Pilato e il gruppo recante i 21 simboli della Passione, i sacerdoti, i penitenti incappucciati con le catene ai piedi, la Madonna e il corteo delle donne vestite di nero al suo seguito. La processione del Cristo Morto a Norcia, che si sviluppa secondo una successione che ripercorre i momenti più drammatici della crocifissione, è una delle più sentite e partecipate da tutta la comunità nursina ma anche una delle più spettacolari tra tutte le manifestazioni religiose che caratterizzano il periodo pasquale dell’intera regione. Le coordinatrici della sacra rappresentazione Liliana Altavilla e Luisa Bianconi, insieme a monsignor Mario Curini e a decine di volontari, sono alle prese con l’organizzazione già da diversi mesi, per non tralasciare nessun dettaglio e garantire una perfetta riuscita della serata. Alle 21,00 di venerdì, i figuranti della processione e i fedeli sfileranno, come negli anni passati, lungo le mura cittadine, in prossimità delle quali sarà curato l’allestimento di undici quadri viventi, per scandire i momenti salienti della passione di Cristo: dall’episodio dei trenta denari alla preghiera nell’orto degli ulivi; dalla scena con Pilato a quella della disperazione di Giuda; dalla prima e la seconda caduta sotto la croce all’incontro con la Veronica; dalla crocifissione alla tragica e commovente deposizione. A creare un’atmosfera di mestizia e drammaticità e ad accompagnare il passo lento e cadenzato dei partecipanti sarà invece il suono dei tamburi, al quale si aggiungerà, nei momenti di maggiore pathos, quello rauco e martellante delle “martorelle”. La processione, alla quale partecipano da alcuni anni anche i monaci benedettini che cantano in gregoriano un testo liturgico per il Venerdì Santo di grande suggestione e commozione, prenderà le mosse dalla chiesa della Madonna degli Angeli. Nel pomeriggio dello stesso venerdì, alle ore 16, presso la Concattedrale di Santa Maria Argentea si terrà invece la “Sacra rappresentazione della passione del Signore”, accompagnata dal Pianto della Madonna di Jacopone da Todi, una drammatizzazione curata e interpretata dalla compagnia teatrale “Gad” (Gruppo Artisti Dilettanti) di Norcia. A seguire, la liturgia eucaristica sarà presieduta dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo. Condividi