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Eugenio Pierucci PERUGIA - Hanno fatto la loro comparsa stamani, in via Gregorovius, il tecnici inviati per procedere allo smontaggio del grosso complesso di antenne per la telefonia che da lungo tempo faceva "brutta" mostra di se sul tetto del palazzo civico 78. Tecnici si sono messi al lavoro di buona lena dapprima provvedendo a staccate il cavo di alimentazione delle stesse antenne e successivamente per rimuovere interamente l'accrocco di tubazioni e parabole contro l'istallazione delle quali si era a suo tempo tenacemente e vanamente battuto uno sponteneo comitato di residenti. L'operazione sta andando avanti alacremente e dovrebbe concludersi al più tardi entro la mattinata di domani, anche se già ora è stato comunque interrotto il flusso delle radiazioni che comprensibimente si riversavano sugli edifici intorno. Dopo anni di "animata" discussione la svolta in senso favorevole auspicata dai cittadini si è avuta con l'approvazione, da parte del Comune, di un piano per la dislocazione di questi apparati per la telefonia mobile lontano dai centri abitati, in aree appositamente individuate dall'amministrazione stessa. Piano che però ha trovato attuazione gradualmente, iniziando dalle situazioni sicuramente più compromesse e pericolose per la salute dei residenti. Le prime buone notizie per Ferro di Cavallo erano comunque arrivate esattamente un anno fa. Era infatti il 30 novembre del 2009, in data quindi prossima alle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale, che l'allora capogruppo del Prc a Palazzo dei Priori, Carlo Fabbri, che si era interessato alla questione su sollecitazione di un gruppo di residenti, dopo aver preso contatto con gli assessori competenti in materia, faceva sapere che i piano di spostameno dell'antenna di Ferro di Cavallo sarebbe stato portato a compimento al più presto: "A giorni - aggiungeva Fabbri - verranno resi noti tempi e modalità di queste operazioni, così che i cittadini possano verificarne l’attuazione". Piccato per questo interessamento del collega comunista, l'allora consigliere dell'Idv Franco Granocchia (nel frattempo passato in Provincia, mentre Fabbri è restato a Palazzo dei Priori), con un altro comunicato stampa, diramato il giorno successivo, dopo aver sottolineato che lui della questione di Ferro di Cavallo se n'era occupato da lungo tempo, forniva una versione completamente diversa, ovvero che la questione era ancora in alto mare e che lui, anche nella sua veste di "portavoce nazionale" di non meglio precisati comitati di cittadini che lottano contro l'elettromagnetismo, avrebbe comunque continuato a vigilare ed a sollecitare una rapida soluzione Nella stessa nota Granocchia sosteneva anche che Tim, Vodafon e Wind avevano accettato solo in parte le proposte di siti alternativi ove spostare i loro impianti avanzate dal Comune, riferendosi ad avvenimenti comunque assai retrodatati (fra il 2005 e il 2006), segno evidente che lui da tempo non era al corrente degli sviluppi che stavano maturando, tanto che veniva di lì a poco smentito dalla stessa amministrazione Comunale che, in una raccomandata inviata ai residenti in data 30 aprile 2009, a firma del responsabile dell'Unità Operativa Ambiente e Protezione Civile, faceva testualmente presente: "A seguito di numerosi solleciti, incontri e sopralluoghi è stato individuato con la Soc. Telecom Italia S.p.a, un sito alternativo su terreno di proprietà comunale. Tale sito è stato ritenuto idoneo anche dagli altri gestori di telefonia mobile (Wind Telecomunicazioni S.p.a. e Vodafon Omnitel V.N.). Pertanto, con deliberazione della Giunta Comunale n. 37 del 19.02.2009 è stata autorizzata la concessione della sopra citata porzione di terreno di proprietà comunale ai gestori di telefonia mobile a determinate condizioni, tra le quali l'obbligo di spegnimento dell'attuale sito di Via Gregorovius n. 78". Oggi, finalmente, la conclusione positiva e definitiva di questa lunga storia che ha dato ragione a Fabbri, che non aveva quindi fatto una promessa elettorale, e non certo a Granocchia. Condividi