WASHINGTON - Il cardinale Joseph Ratzinger venne citato a giudizio nel 2005 in Texas per ''intralcio alla giustizia'' in un processo su tre casi di abusi di minori commessi da un seminarista colombiano ma Ratzinger, diventato nel frattempo papa, riusci' ad evitare di deporre avvalendosi della immunita' diplomatica. La vicenda legale e' riemersa mentre il Vaticano e' in attesa del giudizio della Corte Suprema Usa su un caso di abuso sessuale in Oregon mentre un altro caso e' finito in tribunale in Kentucky: in entrambi i casi due corti di appello federali hanno autorizzato azioni legali contro il Vaticano per abusi sessuali commessi da preti.
Il caso in Texas, intentato contro il seminarista colombiano Juan Carlos Patino-Arango accusato di molestie sessuali contro tre ragazzi negli anni '90, aveva prodotto una denuncia contro il cardinale Ratzinger, all'epoca prefetto per la Congregazione della Dottrina della Fede, per intralcio della giustizia dopo aver firmato un documento che istruiva il clero su come trattare i casi di abusi e violenze sui minori. Il documento, la lettera 'De Delictis Gravioribus', indirizzata nel 2001 a tutte le gerarchie ecclasiastiche, e firmata da Ratzinger, affermava in un passaggio che i casi di delitti piu' gravi, tra cui gli abusi ai minori, ''sono soggetti al segreto pontificio'' nella normativa canonica.
L'avvocato Daniel Shea, che assisteva le vittime, aveva denunciato il cardinale Ratzinger nel gennaio 2005 per avere ostacolato la giustizia ordinaria sugli abusi sessuali dei preti. Ma nell'aprilo dello stesso anno Ratzinger era diventato papa Benedetto XVI e la Santa Sede aveva chiesto e ottenuto dal governo degli Stati Uniti la immunita' diplomatica per il pontefice, in quanto capo di Stato.
Azioni legali nei confronti del Vaticano sono in corso sia in Oregon che nel Kentucky dove tribunali d'appello federali hanno autorizzato procedimenti che potrebbero portare in aula scambi di documenti col Vaticano e le testimonianze di esponenti della Santa Sede. Il caso in Oregon - centrato su abusi sessuali che sarebbero stati commessi ripetutamente da un prete proveniente dall'Irlanda e transitato prima da Chicago e poi da Portland (in Oregon) - vede i legali avanzare la tesi che tutti i preti sono dipendenti del Vaticano e che quindi e' la Santa Sede a dover rispondere delle loro azioni.
La tesi e' stata considerata valida da un tribunale federale ma i legali del Vaticano hanno portato il caso davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti a Washington e due settimane fa i nove giudici della massima istanza giudiziari americana hanno ascoltato le tesi delle due parti. Entro l'estate la Corte Suprema dovra' prendere una decisione al riguardo. Se la Corte Suprema dara' ragione alle corti federali allora il caso in Oregon andra' avanti con la possibile richiesta di documenti vaticani e di testimonianze sotto giuramento di esponenti della Santa Sede.
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