ROMA - D'ora in poi sara' piu' facile tutelare il tartufo nero: e' stata completata la mappa del Dna di uno dei prodotti alimentari piu' celebri e costosi (con un prezzo oscillato negli ultimi due anni fra 2.500 e 900 euro al chilogrammo). Pubblicata su Nature, la mappa del tartufo nero Tuber melanosporum e' la prima di un fungo commestibile ed e' stata ottenuta in collaborazione da ricercatori italiani e francesi. Grazie ad essa sara' piu' semplice ricostruire la provenienza dei tartufi e contrastare le frodi.
- 50 RICERCATORI AL LAVORO: La mappa e' stata ottenuta dal consorzio composto da 50 ricercatori francesi e italiani che si e' costituito nel 2007 a Torino. Il lavoro e' stato coordinato da Istituto francese per la ricerca in agronomia (Inra) di Nancy, gruppo del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) dell'universita' di Torino e universita' di Parma. Per l'Italia hanno collaborato inoltre il gruppo del Cnr dell'universita' di Perugia e le universita' di Torino, Bologna, L'Aquila, La Sapienza di Roma e Urbino. La ricerca si e' svolta nel centro di ricerca francese per i sequenziamenti genomici, Genoscope, con il coordinamento del direttore del laboratorio di Ecogenomica dell'Inra, Francis Martin.
- NUOVE ARMI PER LA TUTELA: La mappa del Dna permette di avere a disposizione migliaia di marcatori, impronte genetiche che ''permetteranno di tracciare i tartufi sulla base della provenienza, fornendo una sorta di certificazione del prodotto da usare anche come strumento anti-frode'', spiega Paola Bonfante, dell'Istituto per la protezione delle piante del Cnr e dell'universita' di Torino.
- NEL DNA IL SEGRETO DELL'AROMA: ''I marcatori genetici forniscono anche informazioni essenziali sulle regioni del genoma responsabili dell'aroma, cosi' apprezzato'', rileva Simone Ottonello, dell'universita' di Parma. Secondo il ricercatore a breve si potra' ''definire un profilo genetico-molecolare che coniughi origine geografica e profumo dei tartufi neri''.
- UN GRANDE GENOMA: ''Il genoma del tartufo nero - osserva Bonfante - e' il piu' grande tra quelli dei funghi finora sequenziati, con 125 milioni di coppie di basi. Responsabili di questa dimensione del Dna sono sequenze ripetute di alcuni elementi genetici mobili (trasposoni), che rappresentano il 58% dell'intero genoma. I geni che codificano per proteine sono 7.500, di cui circa 6.000 trovano corrispondenza in altri funghi''. Tuttavia, aggiunge, ''diverse centinaia di geni del tartufo sono unici e svolgono un ruolo fondamentale nella formazione del corpo fruttifero''.
- L'ALLEANZA CON LE RADICI: Grazie alla mappa non sono piu' segreti i meccanismi dell'alleanza fra i tartufi e le radici di alcuni alberi, come quercia nocciolo, salice o leccio. Come molti funghi, il tartufo nero produce sulle radici delle strutture (chiamate micorrize) essenziali per il suo ciclo vitale e importanti per le proprieta' organolettiche che gli conferiscono.
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