Comunque vadano le elezioni regionali l’Umbria è fra le regioni al voto quella che ha schierato ben tre candidate contemporaneamente, una immagine di grande civiltà in uno scenario politico nazionale che sembra non offrire molte occasioni vere al gentil sesso. Una battaglia di dame quindi, dove come nell’omonima pièce teatrale di Eugenio Scribe non sono comunque mancate le azioni e le iniziative tipiche di ogni battaglia, anche se come questa, giocata in chiave essenzialmente politica.
Per la verità nell’opera dello scrittore francese la battaglia senza risparmio di colpi si combatte fra tre dame per amore, cioè per la conquista di un affascinante e ricco gentiluomo, in Umbria fra Catiuscia Marini, Fiammetta Modena, Paola Binetti la battaglia si è affrontata per la conquista della carica di governatore della regione, ma c’è da dire che ci sia stato anche dell’amore, per chi? Ma per la politica, che di questi tempi appare non soltanto poco amata ma addirittura negletta ed umiliata, ridotta a livelli di dignità effettivamente piuttosto bassi come non si era mai visto prima.
Autoreferenzialismo, personalismo, nepotismo, clientelismo, opportunismo, pressappochismo, autoritarismo, sono fra i mali più evidenti della politica italiana in questa difficile stagione della sua esistenza. Una esistenza che fra l’altro qualcuno vorrebbe imbrigliare se non sottomettere alle proprie volontà trasformando abilmente l’interesse dei cittadini nei confronti della politica in disinteresse se non addirittura in ostilità, questo sta già abbondantemente avvenendo nel Paese in maniera trasversale tanto da coinvolgere strati sociali differenziati, che si ritrovano però nel comune disgusto verso quello che è il sale della democrazia, la politica appunto.
Incredibile ma vero, in pochi anni quello che veniva additato in Europa come uno dei paesi più politicizzati si è trasformato in un “paese dei campanelli” , dove la politica è quasi scomparsa dalla libera circolazione. Ha fatto comunque piacere perciò assistere a questa battaglia di dame giocata dalle tre protagoniste con grande entusiasmo e grande rispetto per lei, la negletta ed apparentemente odiata politica, alla quale va detto che le tre dame hanno invece tributato il massimo rispetto, ognuna ovviamente dal proprio punto di vista, proprio come deve essere fatto in una democrazia vera e non presunta, battaglie combattute come questa fra le tre dame in Umbria non può che aver fatto bene alla politica, rappresentando anche un prezioso esempio per gli elettori, ai quali è stato così dimostrato che si può combattere anche” ai tempi del colera (politico)”, come lo sono quelli che stiamo vivendo, non solo rispettando l’avversario ma anche valorizzando lo strumento dello scontro, la politica appunto, tale comportamento non può infatti che farle bene .
Non sono risuonati infatti nella nostra battaglia di dame gli echi scomposti che hanno caratterizzato la campagna elettorale in altre regioni, fatti di colpi bassi, scandalismo, carte bollate, in Umbria ha prevalso la politica e il merito va ascritto alle tre dame che si sono combattute a viso aperto ma in modo leale, con uno stile che ci ricorda vecchi tempi felici quando la politica era convivenza democratica , una convivenza, che per dirla con Savater “deve essere educativa, deliberatamente educativa, altrimenti non è più democratica”.
Ciò presuppone che la fase successiva, cioè il dopo elezioni, possa trarre vantaggio da questa situazione “virtuosa” per impostare un’altra battaglia, quella per lo sviluppo dell’Umbria, alla quale è auspicabile che le tre dame partecipino con lo stesso spirito, stavolta ognuna nel ruolo che il risultato elettorale consentirà.
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