PERUGIA - Appello alla Regione da parte dei sindacati, poiche', hanno spiegato, ''dopo l'entrata nell'orbita di Intesa Sanpaolo, le Casse di risparmio dell'Umbria hanno smesso progressivamente di essere dei punti di riferimento per l'occupazione e l'economia del territorio''. A lanciare l'appello sono state le segreterie regionali di Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil e Uilca, secondo quanto riferito in una loro nota congiunta. ''Chiediamo alle forze politiche che da qui a pochi giorni si insedieranno al governo della regione - hanno affermato - di intervenire impegnandosi concretamente affinche' le Casse del centro tornino a sostenere il tessuto produttivo locale, com'era nella loro originaria vocazione, e ritornino a ad essere un bacino di occupazione di qualita' per i giovani delle nostre province''.
In un decennio, da quando prima Intesa e poi Intesa Sanpaolo hanno acquisito il pacchetto di maggioranza delle Casse del centro holding - hanno denunciato unitariamente i sindacati - sono stati bruciati centinaia e centinaia di posti di lavoro. Oltre il 25% degli organici delle Casse e' stato tagliato. In poche parole e' come se su quattro Casse una avesse chiuso. Questa corsa alla riduzione del personale - hanno sottolineato ancora - ha determinato, inoltre, un aumento eccessivo dei ritmi e dei carichi di lavoro per i dipendenti, che riescono a garantire alla clientela un servizio accettabile solo a prezzo di grandi sacrifici.
''Constatiamo infine un drastico peggioramento delle condizioni di accesso al credito per le imprese locali - hanno sottolineato le segreterie regionali di Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil e Uilca - e questo perche' ormai le direzioni generali delle nostre banche sono emigrate al Nord e le Casse di risparmio hanno dunque perso la loro identita' originaria di banche del territorio smettendo cosi' di offrire servizi tarati sulle esigenze della clientela locale''.
''Per evitare quindi che nell'immediato futuro la funzione originaria delle nostre Casse venga ricoperta da altri soggetti creditizi, e' necessario che la politica e la societa' civile umbra tutta facciano sentire la loro voce e si oppongano alla scomparsa di fatto di queste realta' cosi' fondamentali per lo sviluppo economico della nostra regione'', conclude la nota.
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