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PERUGIA - Arrivano le prime proposte e i primi appelli della Cgil umbra dopo il congresso regionale che si è concluso venerdì scorso a Perugia, con l'elezione di Mario Bravi a segretario generale e con l'approvazione, all'unanimità (a differenza di quanto accaduto in altre regioni), di un documento politico che detta la linea della confederazione regionale per i prossimi anni. In una conferenza stampa tenuta stamattina presso la sede della Cgil a Perugia, Serena Moriondo della segreteria regionale ha prima di tutto illustrato nel dettaglio i numeri del congresso celebrato la scorsa settimana dal principale sindacato umbro: gli iscritti che hanno partecipato direttamente, esprimendo il proprio voto su una delle due mozioni congressuali, sono stati 35.366, pari al 32% del totale, con un incremento dell'8% rispetto al congresso precedente. Il nuovo direttivo regionale, composto da 103 membri, è formato per il 41,7% da donne, per il 25% da pensionati, per il 22,3% da elementi provenienti dai luoghi di lavoro e per il 3,9% da migranti. La maggior parte dei componenti (esclusa la quota dei pensionati) è under 40. E' stato poi il nuovo segretario generale della Cgil dell'Umbria Mario Bravi ad illustrare i contenuti del documento politico e le proposte del sindacato emerse anche dai congressi provinciali di Perugia e Terni. “Pensiamo che da questa crisi non si possa debba uscire abbassando le tutele e riducendo il welfare – ha detto Bravi – ma notiamo elementi di insofferenza che non ci piacciono, ad esempio da parte di qualche Comune che se la prende con i cittadini immigrati, che noi consideriamo al contrario una ricchezza per la nostra regione. Riteniamo al contrario fondamentale – ha proseguito Bravi - potenziare ad esempio gli ammortizzatori sociali, non solo per la tutela dei lavoratori, ma anche per preservare un apparato industriale e manifatturiero che non esca drammaticamente ridimensionato dalla crisi”. Bravi ha poi ribadito la richiesta di una totale inversione di tendenza nelle politiche (o meglio nelle “non politiche”) industriali del Governo, respingendo nettamente l'attacco ai diritti fondamentali dei lavoratori, a partire da quello sull'articolo 18, purtroppo, ha osservato Bravi, “condiviso da Cisl e Uil”. E proprio sui rapporti con le altre sigle il segretario ha voluto riportare l'esempio della Francia, di cui molto si parla in questi giorni, e dove “proprio oggi tutti i sindacati unitariamente danno vita a una nuova mobilitazione generale contro le politiche del Governo di destra”. In ogni caso, per Bravi le “differenze strategiche” che dividono Cisl e Uil dalla Cgil non “impediscono di avviare un confronto a livello regionale per costruire insieme un Patto contro la crisi in Umbria. Perché prima di tutto viene la tutela dei lavoratori, dei giovani e dei pensionati”. E restando all'Umbria Bravi ha annunciato che la Cgil chiederà alla prossima presidente della giunta regionale, un rilancio reale del Patto per lo Sviluppo, anche attraverso “un'attivazione sostanziale dei tavoli territoriali previsti, ma attualmente non funzionanti”. Sul fronte più strettamente sindacale, la Cgil umbra intende “rafforzare la contrattazione territoriale e quella di sito, al fine di combattere la crescente scomposizione del mondo del lavoro”. E qui da Bravi arriva anche un richiamo alle associazioni datoriali, alle quali il sindacato chiede “di fare di più”. “Pensiamo che Confindustria e le altre associazioni debbano svolgere un ruolo più propositivo, passando dalla fase della richiesta e dell'attesa a quella della progettazione e della proposta”. Da parte sua la Cgil lancia l'idea di una moratoria dei licenziamenti, ai quali “troppo spesso, soprattutto le piccole aziende, arrivano senza ricorrere agli ammortizzatori sociali che pure ci sono”. Alla conferenza stampa ha preso parte anche Lucia Rossi, segretaria generale della Camera del Lavoro di Terni, che si è soffermata sull'analisi degli esiti del congresso: “Siamo riusciti a chiudere molto bene un congresso non facile – ha detto Rossi - al quale eravamo arrivati senza l'indicazione di un percorso chiaro per il futuro. Invece, abbiamo chiuso con un voto tutto sommato unanime, nonostante le differenze che ci sono e che devono esserci all'interno di una grande organizzazione democratica come la Cgil. Si tratta di un segnale molto importante – ha proseguito Rossi - di forte unità del gruppo dirigente, che dovremo dare nuovamente anche nel percorso che riguarderà la Camera del Lavoro di Perugia”. Altro elemento centrale che caratterizzerà la Cgil umbra dopo il congresso sarà il confronto tra le due province. “Due territori ovviamente squilibrati per dimensioni – hanno osservato sia Bravi che Rossi – ma che cercheremo di valorizzare al meglio, indipendentemente dai numeri, all'interno di una visione unitaria dell'Umbria”. Condividi