Rudy Guede ''concorse pienamente'' all'omicidio di Meredith Kercher. A sostenerlo è la Corte d'assise d'appello di Perugia motivando la sentenza con la quale il 22 dicembre scorso ha ridotto da 30 a 16 anni la condanna inflitta all'ivoriano. Le motivazioni sono state depositate oggi. Nelle 56 pagine della sentenza si legge che Guede ''concorse pienamente non solo per essere stato l'autore della violenza sessuale, ma anche per avere tenuto ferma la mano sinistra della vittima mentre alla stessa venivano inferte le ferite letali''. Secondo i giudici, l'ivoriano, che si è sempre proclamato estraneo al delitto, ''partecipò attivamente a tutte le fasi della progressione criminosa''. ''Protagonista della violenza sessuale - si legge ancora nelle motivazioni -, ha fornito il suo contributo alla violenza diretta a fiaccare la volontà della vittima, fino alla tragedia finale, anche quando spuntarono le armi da taglio''. La Corte d'assise d'appello ha anche rilevato che ''Guede, finché ha potuto, ha taciuto, poiché, stante la profonda connessione degli eventi, accusare Amanda (Knox - ndr) e Raffaele (Sollecito - ndr) lo avrebbe esposto a più che probabili dichiarazioni ritorsive da parte di costoro''. Guede è stato processato con il rito abbreviato, con la sentenza di primo grado emessa dal gup di Perugia il 28 ottobre del 2008. Sollecito e la Knox hanno invece seguito il rito ordinario e in primo grado sono stati inflitti loro 25 e 26 anni di reclusione. Anche i due ex fidanzati si sono proclamati innocenti. Rudy Guede, continuano poi i giudici, è stato ''unico'' tra gli imputati dell'omicidio di Meredith Kercher ad avere ''chiesto scusa'' ai familiari della studentessa inglese ''anche se limitata alla omissione di soccorso''. E' quanto scrivono i giudici della Corte d'assise d'appello di Perugia nelle motivazioni della sentenza di secondo grado a carico dell'ivoriano. Lo fanno nella parte dedicata alla concessione delle attenuanti generiche ritenute equivalenti alle aggravanti. Guede ha sempre sostenuto con gli inquirenti di essere stato presente nella casa della Kercher quando venne uccisa, negando però di avere partecipato al delitto. Ha inoltre affermato di avere cercato di soccorrere Mez, ma di avere il rammarico di non avere fatto tutto quanto possibile a questo riguardo. La Corte ha quindi indicato gli elementi, prospettati dalla difesa di Guede, sulla base dei quali ha concesso le attenuanti all'ivoriano: incensuratezza, il fatto che non fosse stato lui ad impugnare il coltello che ha inflitto alla vittima il colpo mortale, il rientro volontario in Italia dopo la fuga in Germania, la giovane età, il 'disturbo acuto da stress', che avrebbe giustificato l'omissione di soccorso alla vittima e la successiva fuga all'estero. Nella motivazione si osserva come ''la vita sbandata finora condotta, non abbia compromesso in misura irreparabile la personalità dell'imputato''. I giudici hanno inoltre parlato del ''difficile vissuto'' di Guede ''che deve avere segnato la sua infanzia, con un padre severo e spesso assente e una madre sparita per sempre dalla sua vita non appena fu messo al mondo''. Ciò che ''è realmente accaduto'' nella casa di via della Pergola avrebbero potuto chiarirlo ''solo gli imputati''. ''Avrebbero potuto chiarirlo - hanno scritto i giudici - almeno per un senso di umana pietà nei confronti della povera vittima''. Il collegio ha quindi rilevato che gli imputati invece ''hanno preferito infarcire le loro dichiarazioni, rese in diverse occasioni, di bugie, reticenze, retromarce, mezze verità, allusioni, prospettazioni inverosimili, accuse reciproche più o meno velate; in mancanza occorre ripiegare sugli elementi che emergono dalle carte processuali''. ''Non suggestionabile dalla enorme pressione mediatica ('furibonda') attorno al caso'': così la Corte d'assise d'appello di Perugia ha definito poi il gup Paolo Micheli che ha condannato Rudy Guede, con il rito abbreviato, e rinviato a giudizio Raffaele Sollecito e Amanda Knox per l'omicidio di Meredith Kercher. Lo si legge nelle motivazioni della condanna di secondo grado nei confronti dell'ivoriano. Il giudice è stato definito ''di notevole esperienza e stimato come persona equilibrata e professionalmente preparata''. Secondo la Corte il gup Micheli ha fornito una ''corretta e ben argomentata lettura dei fatti emersi''. Secondo la Corte d'assise d'appello va anche dato atto alla difesa di Guede, gli avvocati Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, ''della partecipazione, della passione e della scrupolosità con la quale ha onorato il proprio incarico professionale''. ''E' certamente – commentano poi gli avvocati di Guede Biscotti e Gentile - una sentenza molto ben motivata sul piano tecnico-giuridico''. ''Tuttavia - hanno affermato ancora i legali - gli spazi relativi ai punti centrali della nostra difesa, Rudy non autore materiale dell'omicidio e il problema della violenza sessuale (sempre negata dall'ivoriano - ndr), saranno l'oggetto principale del nostro ricorso per Cassazione. L'obiettivo rimane infatti - hanno concluso Biscotti e Gentile - quello di vedere riconosciuta l'assoluta estraneità di Rudy Guede all'omicidio''. Condividi