CITTA’ DI CASTELLO - Sono i disabili adulti i soggetti su cui è stato costruito il progetto “Mai soli”, promosso da Amministrazione comunale e Lions di Città di Castello, che ieri è stato presentato ufficialmente alla stampa e ai cittadini nella sala del consiglio comunale.
“La realizzazione è innovativa” ha detto Gianfranco Godioli, presidente del Lions “tanto da meritare il supporto della Fondazione internazionale del Lions. Abbiamo pensato di innestarci in una struttura esistente, la Muzi Betti, per andare ad attrezzare un’ala del complesso con dotazioni specifiche. Questo service per il Lions è un motivo di grande soddisfazione perché è stato abbracciato anche dai club del territorio e gode del patrocinio del Comune di Città di Castello e della Provincia di Perugia”.
“Al sindaco non può far altro che far piacere quando c’è un bel gioco di squadra” ha detto Fernanda Cecchini, sindaco di Città di Castello, sottolineando come “Mai soli testimonia l’attaccamento della città a Muzi Betti, un’istituzione che nell’immaginario collettivo è considerata importante, perché accoglie le persone in momenti sfortunati o quando la vita volge al termine. La città ha bisogno della nuova ala che andremo a realizzare come ne ha bisogno la Regione perché l’età media si alza per tutti, anche per i disabili. Pensiamo che l’apporto del Lions sia fondamentale in un momento di particolari ristrettezze per gli enti pubblici”.
“In Umbria la sanità ha perseguito tre obiettivi, non così scontati: universalità, appropriatezza, sostenibilità” ha detto Maurizio Rosi, assessore regionale alla Sanità “per evitare che i cittadini, attraverso l’Irap, una tassa che grava sulle imprese, o i ticket, pagassero i costi del sistema pubblico. Non siamo in molti in Italia ad esserci riusciti. La quarta priorità del nostro lavoro però si è sempre più orientata verso la terza età. Alla non autosufficienza abbiamo dedicato un piano, nel quale far convergere le risorse per l’emergenza socio-sanitaria connessa all’allungamento della vita media. Ma per continuare a mantenere l’attuale livello della sanità pubblica il concorso dei soggetti associativi sarà determinante. Come Muzi Betti sia cambiata in questi anni è sotto gli occhi di tutti: dobbiamo continuare a qualificare la struttura perché risponda ai bisogni che emergono tra gli anziani ed anche tra i disabili”.
A raccontare l’avventura di questo progetto, che accidentalmente ha corso il rischio di essere escluso dalla lista dei sussidi, è stato Enrico Cesarotti, direttore del Lions Club International Foundation: “Non potevo permettere che una realizzazione così affine agli ideali di servizio e di civismo del Lions fosse dimenticata o rimandata” ha aggiunto, esprimendosi in toni molto lusinghieri nei confronti di tutti coloro che sono stati artefici del progetto. “La Lions Club International Foundation è una struttura che riceve donazioni da tutti i Lions Club del mondo e elargisce sussidi nella stessa direzione sulla base di parametri molto severi - ha concluso Cesarotti - Il
Financial Time ci ha definito di recente ‘la fondazione più affidabile del mondo: per questo rientrare nel novero dei suoi finanziamenti è un implicito riconoscimento del valore innovativo e sociale della proposta”.
“Stiamo rimodulando l’organizzazione dei servizi sulla base dei cittadini non autosufficienti, che rappresentano un bacino in espansione” ha spiegato Emilio Duca, direttore generale della Asl1 “La comunità alloggio non è l’unica formula, abbiamo l’assistenza domiciliare, centri diurni o residenziali per superare la logica del contenitore e indirizzarsi verso piani di lavoro, a volte anche personalizzati. Come aziende sanitarie stiamo lavorando in sinergia i territori per dare attuazione al Piano regionale integrato della non autosufficienza. La Muzi Betti ha saturato i livelli di accoglienza con i novanta posti attualmente a disposizione ma può agevolmente inserirsi laddove manca un servizio dal momento abbiamo disabili ospiti in strutture fuori città o fuori regione. Mai soli da risposte assistenziale a queste persone, restituendole al contesto familiare e territoriale”.
“Siamo onorati di questa opportunità che viene data alla Muzi Betti dal Lions locale e dall’organismo internazionale che rappresenta il sodalizio” ha dichiarato Marco Savelli, presidente dell’Opera pia “Con il Cda stiamo portando a compimento un progetto istruito e definito di chi ci ha preceduto. La nostra opera pia ha sempre avuto una missione precipua: assistere e sostenere gli anelli deboli della società. Prima i bambini, poi i malati ed ora gli anziani. Anche i disabili esprimono una domanda a cui lo stato sociale deve adeguarsi. Il progetto “Mai soli” cerca di dare una prima risposta con la ‘Comunità alloggio’, che ospiterà soggetti con meno di 65 anni. L’operazione ha un costo strutturale in 220mila euro, intervento cui Muzi Betti farà fronte mentre il Lions Club che coprirà le spese per arredi e macchinari. I lavori avranno inizio, espletate le formalità, quanto prima e lavoreremo per concludere il cantiere entro il 2010. Dobbiamo ringraziare il sindaco e l’assessore ai Servizi sociali per la capacità di ascolto verso le proposte che abbiamo formulato e che sono finalizzate a garantire anche l’assetto occupazionale e l’autosufficienza economica delle Opere Pie, parametri tutt’altro che trascurabili, avendo attualmente 80 dipendenti e un consistente volume di impieghi per prendersi cura degli anziani. Accanto a noi ci sono chiaramente Regione ed Asl 1 il cui accordo è preliminare ad ogni iniziativa”.
Chiudendo i lavori, che si sono svolti davanti ad un folto pubblico, anche il governatore distrettuale Giancarlo Peddis si è associato alle parole di Cesarotti, ricordando come la costruzione del progetto ha mobilitato molti livelli, d’accordo sulla validità dell’iniziativa. Il Lions nel portare avanti la sua missione deve focalizzare sempre meglio quali azioni possano determinare un reale vantaggio ai cittadini o apportare un progresso duraturo alla qualità di vita dei soggetti a cui si rivolge. Conoscevo una disabile adulta, che si è spenta appena un mese fa, alla la quale, una volta rimasta priva dei genitori, soltanto l’affetto di un parente ha permesso di avere un supporto nella vita quotidiana. Per questo è importante che ci siano strutture destinate ad accogliere chi perde la rete familiare. Quanto alle dinamiche interne, ritengo significativo il concerto tra club territorialmente anche se non amministrativamente omogenei”.
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