Nell’anniversario dell’invasione dell’Iraq sette anni fa oggi alle 17 si terrà una manifestazione a Roma davanti al Parlamento per il ritiro delle truppe occupanti dall’Afghanistan e dall’Iraq, per uno stop contro i preparativi di guerra contro l’Iran e per la fine della repressione del popolo palestinese, da parte delle truppe israeliane, e del popolo curdo da parte delle truppe turche. Intitolato “Non in nostro nome,” il sit-in di piazza di Montecitorio è stato organizzato da Statunitensi per la pace e la giustizia (www.peaceandjustice.it), da Forum Palestina (www.forumpalestina.org) e da una decina di partiti e di associazioni italiane, tra cui la Federazione della Sinistra, Sinistra Critica, Un ponte per… e le reti Disarmiamoli e Semprecontrolaguerra. Si tiene in solidarietà con la prima grande protesta contro la guerra nell’era Obama, che si terrà l’indomani, 20 marzo, a Washington e contemporaneamente in altre città americane – incluse Chicago, Los Angeles e San Francisco (www.march20.org). Il tema del “ritiro delle truppe occupanti” include la richiesta di ritiro completo delle truppe americane dall’Iraq (il piano Obama, come annunciato, non prevede il ritiro dei contractor o di tutte le truppe stazionate fuori città), il ritiro delle truppe israeliane da Gerusalemme Est e dalle altre città della Cisgiordania, la fine dell’embargo contro i palestinesi di Gaza, durato ormai quattro anni, e la fine della repressione dei Kurdi in Turchia, che in questi giorni ha conosciuto un’impennata. Lo slogan “Non nel nostro nome”, titolo di un celebre documento stilato nel 2002 da un gruppo di intellettuali americani per protestare contro l’invio delle truppe USA in Afghanistan e per scongiurare l’imminente invasione dell’Iraq, è stato scelto per il sit-in di Roma per condannare in particolare i pronunciamenti del primo ministro italiano durante il suo recente viaggio in Israele. “Berlusconi ha infatti non solo giustificato i massacri indiscriminati contro i palestinesi di Gaza, ma ha difeso l’idea razzista di Israele quale stato puramente ebraico, con la sostanziale esclusione della popolazione araba dal godimento dei diritti politici,” recita un documento – analogo a quello americano – firmato in questi giorni da un gruppo di intellettuali italiani per scongiurare un’invasione dell’Iran (www.disarmiamoli.org). “Ha assicurato agli israeliani che l’Italia interromperà le relazioni economiche con l’Iran e sosterrà in ogni sede la richiesta di durissime sanzioni. In altre parole Berlusconi ha dato man forte ai falchi israeliani” e ciò facendo, conclude il documento, non parla in nome del popolo italiano. “Neppure Obama parla in nome del popolo americano – aggiungono gli statunitensi del Comitato Organizzatore – quando, disonorando il suo premio Nobel, invia altri 30.000 soldati in Afghanistan.” Condividi