L’ex vicepresidente della giunta regionale pugliese Sandro Frisullo (Pd) è stato arrestato e condotto in carcere su disposizione della magistratura barese nell’ambito delle indagini sulla gestione della sanità pugliese. L’indagine si avvale anche delle dichiarazioni accusatorie rilasciate dall’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini. I reati contestati nell’ordinanza emessa dal gip Sergio Di Paola sono associazione per delinquere finalizzata a commettere un numero indeterminato di reati contro la Pubblica amministrazione e contro la fede pubblica e turbativa d’asta. Il primo reato fa riferimento all’attività svolta dalla Asl di Lecce, in particolare nella gestione delle gare e delle trattative per l’acquisto di attrezzature sanitarie e strumentari chirurgici e per l’affidamento dei servizi da espletare nell’ambito delle relative strutture sanitarie. Secondo l’accusa riceveva da Tarantini uno «stipendio» mensile di 12.000 euro per 11 mesi nel 2008, oltre a 150.000 euro in danaro, costosi capi di abbigliamento, buoni benzina, regali di vario genere e prestazioni di natura sessuale da parte delle prostitute della scuderia di «Gianpi»: Maria Teresa De Nicolò, Vanessa Di Meglio e Sonia Carpentone. Sono queste alcune delle «mazzette» e dei vantaggi che Frisullo - secondo l’accusa - ha ricevuto per aver fatto vincere a Tarantini e all’imprenditore barese Domenico Marzocca (indagato a piede libero) appalti per un milione di euro per la fornitura di materiale sanitario da parte delle società di Tarantini; e per quattro milioni di euro per la «gestione dinamica dei documenti cartacei e cartelle cliniche» banditi dalla Asl di Lecce e aggiudicati a Tarantini e alla società «Prodeo spa» di Marzocca. Frisullo avrebbe inoltre ottenuto la disponibilità, da parte di Tarantini, di un’autovettura con autista e del servizio di pulizia settimanale della sua casa barese in via Giulio Petroni. «A Sandro Frisullo i soldi li ho dati o nella sua stanza alla Regione o nella sua macchina, a volte messi in busta. Nessuno era a conoscenza di queste tangenti; spesso ci incontravamo al distributore Q8 a San Giorgio-Torre a Mare di Bari. Lui arrivava con la sua macchina, faceva uscire l’autista della Regione, e io entravo e gli davo i soldi». È uno stralcio del verbale di interrogatorio di Gianpaolo Tarantini. «Con Frisullo - fa mettere a verbale Tarantini - avevo un accordo per una sorta di "protezione politica" ad un costo fisso di 12.000 euro al mese, somma che ho versato da gennaio-febbraio 2008 fino a novembre 2008 (...). Per le delibere che avevo vinto alla Asl Lecce consegnai a Frisullo in due, tre tranches 50.000 euro. Di seguito iniziai i pagamenti mensili». Una gestione che gli investigatori ritengono sia stata attuata avvantaggiando le società dei fratelli Tarantini. Per quanto riguarda la turbativa d’asta, il gip ha riconosciuto che Frisullo si adoperava per accreditare i fratelli Tarantini per far ottenere alle aziende a loro riconducibili commesse in cambio del pagamento di somme di danaro in contanti, favori di natura sessuale e altri vantaggi patrimoniali, come l’uso di autovettura e autista, acquisiti presso esercizi commerciali, fino a servizi di pulizia nella propria abitazione. Condividi