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PERUGIA - E' stata presentata oggi pomeriggio a Perugia la ricerca dal titolo ''Verso l'Umbria del 2020, dagli attuali nodi strutturali ai futuri scenari di sviluppo'', commissionata da Confindustria Umbria all'Universita' degli studi di Perugia. Dallo studio emerge che ''se i nodi strutturali esistenti non verranno sciolti, la forbice tra l'Umbria e le regioni piu' dinamiche del Paese si allarghera'''. L'analisi, curata dal prof. Bruno Bracalente, e' stata al centro di un incontro - riferisce un comunicato di Confindustria - che si e' poi concluso con il confronto tra le candidate dei tre principali schieramenti politici alla presidenza della Regione Umbria. Presente anche Giampaolo Galli, direttore generale Confindustria. Stando alle analisi presentate nella ricerca, il futuro per l'Umbria non e' affatto tranquillizzante. La distanza che si e' accumulata rispetto alle regioni piu' avanzate del Paese ed alla stessa media nazionale, misurata in maniera estremamente sintetica dal prodotto per addetto, rischia di ampliarsi. La regione si e' distanziata dal gruppo di territori ai quali e' piu' affine, e non e' piu' riuscita a recuperare il terreno perso. Ha compensato questo divario potenziando altri aspetti della convivenza, che concorrono a definire il livello di benessere qualitativo, rispetto al quale infatti eccelle. Ma non e' stata in grado, fino ad ora, di trovare il punto piu' alto possibile di sintesi tra la quantita' del reddito e la qualita' della vita. In prospettiva, a complicare ulteriormente le cose interverrebbero poi le tendenze demografiche, la scarsa mobilita' sociale, l'insufficiente valorizzazione del merito, l'affermarsi di reti chiuse. ''Da questa analisi - ha commentato il presidente regionale di Confindustria, Umbro Bernardini - emerge l'importanza fondamentale di predisporre politiche industriali che riescano a correggere un percorso che, lasciato alle sue forze inerziali, ci porterebbe fuori strada''. ''Considero fondamentali - ha detto la candidata del centro sinistra alla presidenza della Regione, Catiuscia Marini nel corso del suo intervento - due motori autonomi che ci consentiranno di affrontare quei nodi che ci rendono meno dinamici di altre regioni: il manifatturiero, con il quale penso sia possibile indirizzare anche politiche pubbliche, e il turismo. Bisogna consentire alle imprese di semplificare i passaggi burocratici, migliorare l'accesso al credito e sfruttare al meglio i bandi europei''. ''Sono d'accordo - ha affermato Fiammetta Modena, candidata presidente del Pdl - quando si dice nella ricerca che per crescere la regione ha bisogno di una mentalita' che punti al merito, sul capitale umano e su chi vuole investire. La nostra coalizione infatti vuole dare importanza a coloro che producono reddito, rovesciando radicalmente l'impostazione seguita fino ad oggi''. ''C'e' bisogno assoluto di discontinuita' - ha detto Paola Binetti, candidata dell'Udc alla presidenza della Regione - perche' come si e' visto da questa indagine cio' che e' stato fatto finora e' inadeguato per risolvere i problemi della regione''. Condividi