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Il 16 marzo 1978 un commando brigatista sequestrò l'on. Aldo Moro mentre i cinque membri della scorta caddero subito nell'eccidio di Via Fani. Le vicende di allora tornano strettamente d'attualità. Il deputato radicale Marco Beltrandi ha infatti inoltrato ai Ministeri degli Affari Esteri, dell'Interno e della Giustizia, una interrogazione parlamentare con cui chiede chiarezza in merito a una notizia recentemente diffusa da stampa e TV. L'interrogazione prende le mosse dalla segnalazione del ricercatore ternano Andrea Liberati, secondo il quale Alessio Casimirri, componente del gruppo di fuoco brigatista, condannato a undici ergastoli e segnalato da anni in Nicaragua, sarebbe facilmente rintracciabile on line, visibile a tutti. Per l'on. Beltrandi, componente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati, se tali fatti fossero accertati, “ci troveremmo dinanzi a un grave vulnus allo Stato di diritto e a una grave ed ulteriore ingiustizia nei confronti dei familiari delle vittime”. “Internet”, ha affermato il parlamentare radicale, “è il più grande mezzo di comunicazione di massa della storia dell'umanità, ma, come per ogni strumento, le finalità dipendono dalla volontà di chi se ne serve, non dal mezzo stesso”. I “latitanti digitali” sono però almeno due: oltre a Casimirri, ci sarebbe anche Guglielmo Guglielmi, condannato complessivamente a trentanove anni per duplice omicidio e anch'egli subito fuggito in Nicaragua. Dalle sue UCC si generò la Brigata XXVIII Marzo che freddò il giornalista spoletino Walter Tobagi, cronista del “Corriere della Sera”. Nonostante le condanne -mai scontate- Guglielmi avrebbe eseguito servizi per le Nazioni Unite, possedendo perfino un passaporto diplomatico. Ricordando che non esistono accordi per la cooperazione giudiziaria tra Italia e Nicaragua, l'on. Beltrandi ha chiesto al Governo di attivarsi affinché Casimirri e Guglielmi vengano estradati “seguendo gli usi formali ed informali propri del diritto internazionale”, diversamente da quanto avvenne nel 2004, quando la richiesta venne bocciata dalla Corte Suprema di Managua proprio in virtù dell'inesistenza di simili trattati. Condividi