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Due attività commerciali e quattro immobili sono i beni confiscati in provincia di Terni a Paolo Faraone, palermitano di 45 anni trapiantato nella città umbra, nell'ambito di un'indagine della Direzione investigativa antimafia di Palermo su presunti prestanome e fiancheggiatori della cosca mafiosa di Resuttana, guidata dalle famiglie Madonia e Di Trapani. In particolare a Faraone - è stato riferito dagli investigatori - il provvedimento ha riguardato due magazzini, uno a Terni, in corso Vecchio del ''valore dichiarato'' di 53 mila euro, e un altro ad Acquasparta dove si trovano i due appartamenti ai quali sono stati posti i sigilli. Confiscati anche un ristorante pizzeria a Narni e un'impresa per il commercio al minuto di generi alimentari a Terni. Le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Terni erano cominciate alla fine del 2005 quando gli investigatori avevano accertato che un ternano già inquisito in passato intratteneva rapporti con pregiudicati di Roma e Verona, ma anche con un palermitano, risultato parente di Salvatore Lo Piccolo. I militari hanno quindi verificato che si era creato un presunto sodalizio criminale costituito da 12 persone ritenute dedite a truffe e riciclaggio di denaro proveniente da Palermo per acquisto, nel ternano, di beni immobili, ora confiscati. Successivamente, nel 2007, i carabinieri di Terni avevano denunciato 15 persone per associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro ed alla truffa. Cinque gli arresti eseguiti allora mentre una sesta persona nei confronti della quale era stata emessa l'ordinanza di custodia cautelare in carcere si era rifugiata in Brasile. Condividi