PERUGIA - Organizzavano vere e proprie "squadre" di bambini, costretti, spesso anche insieme alle loro madri, a mendicare dalla mattina alla sera davanti a centri commerciali o luoghi di culto dell'Umbria e fatti vivere in uno stato di completo abbandono. E' stata denominata 'Free Children' l'operazione condotta dalla Compagnia dei carabinieri di Todi, attraverso la stazione di massa Martana, che ha portato all'arresto di cinque zingari romeni, tre uomini e due donne, tutti legati da vincoli di parentela e in alcuni casi genitori degli stessi bambini sfruttati, una decina in tutto. Ricercata una sesta persona, sempre di etnia rom, anche lei destinataria di una ordinanza di custodia cautelare in carcere. Secondo gli investigatori quella che e' stata scardinata era una vera e propria organizzazione criminale, dedita allo sfruttamento di donne e minori. Tutti dovranno rispondere di associazione per delinquere finalizzata a commettere delitti di riduzione in schiavitu' o servitu'. L'operazione, conclusasi alle prime ore di questa mattina e coordinata dal sostituto procuratore Giuliano Mignini, della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo umbro (gip Claudia Matteini), e' stata illustrata stamani, in una conferenza stampa, dal comandante provinciale dei carabinieri di Perugia, Carlo Corbinelli e da quello della compagnia dell'Arma di Todi, Egidio Marcello. L'attivita' di indagine era partita nella primavera dello scorso anno, dopo anche numerose segnalazioni da parte di cittadini che avevano notato la presenza costante nel comune di Todi di bambini e donne che chiedevano le elemosine davanti a esercizi commerciali e chiese. Secondo quanto emerso dalle indagini i componenti della presunta organizzazione criminale, residenti a Perugia, ogni mattina accompagnavano i bambini (dai tre mesi ai 10 anni) e le loro madri in varie localita' dell'Umbria, organizzandoli in vere e proprie squadre. Qui erano costretti a chiedere le elemosine ai passanti dalla mattina alla sera, in ogni condizione climatica e esposti a qualsiasi temperatura. Il tutto e' stato filmato e documentato costantemente per giorni dai carabinieri, che hanno messo in atto servizi di appostamento e pedinamento. Attivita' di indagine che, e' stato spiegato stamani in conferenza stampa, ha permesso di appurare che i bambini, durante l'accattonaggio, versavano in uno stato di completo abbandono, sporchi, malnutriti, alimentati solo con bevande e merendine e costretti a non frequentare la scuola. Vittime dello sfruttamento anche le madri dei minori, anche in avanzato stato di gravidanza o in fase di allattamento. Sempre nel corso dell'attivita' di indagine e' emerso che, mentre i bambini e le madri chiedevano le elemosine, i componenti della presunta organizzazione trascorrevano le loro giornate spendendo i proventi dell'accattonaggio per giocare ai videopoker (anche 400 euro al giorno) o fumando e bevendo in parchi pubblici. Quindi il blitz dei carabinieri in un appartamento della periferia di Perugia, dove adulti e bambini (tre nuclei familiari in tutto) vivevano insieme in condizioni di assoluta precarieta'. Un'abitazione di 90 metri quadri, occupata da 18 persone, di cui 10 minori, priva di mobili, con i materassi poggiati sul pavimento ed in condizioni igieniche precarie. A finire in manette sono stati Constantin, Elena Simona e Mariana Bloj, rispettivamente di 35, 30 e 32 anni, Petre Ciurar di 37 anni e Constantin Grancea, 39/enne. I bambini si trovano attualmente in strutture protette. A parlare di indagine ''lunga e complessa'' che ha portato a stroncare ''una situazione di particolre disagio'' e' stato stamani il comandante, il colonnello Carlo Corbinelli. ''Una importante indagine - ha detto Corbinelli - che ha fatto emergere un reato particolarmente grave e che colpisce i nostri comuni modi di pensare. Vorremmo che contribuisse affinche' in futuro non ci si trovi piu' di fronte a maltrattamenti ed episodi di questo tipo''. Condividi