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BASTIA UMBRA - La capacita' di Umbriafiere di produrre ricchezza economica, l'analisi della spesa diretta della societa' fieristica nei confronti di fornitori di beni e servizi, in particolare del territorio provinciale di Perugia, e della spesa dei visitatori e degli espositori nelle fiere organizzate o gestite dal centro fieristico: sono questi i tre filoni della ricerca ''La valutazione dell'impatto sull'economia locale dell'attivita' di un centro fieristico: il caso Umbriafiere S.p.A.'', presentata oggi a Perugia. L'indagine e' stata coordinata dal prof. Luca Ferrucci e condotta da un gruppo di ricerca del Dipartimento di discipline giuridiche e aziendali dell'Universita' degli Studi di Perugia dal 2005 al 2009 con l'obiettivo di valutare l'impatto economico che un centro fieristico genera sull'economia locale. Dalla ricerca e' emersa la capacita' di Umbriafiere di produrre ricchezza interna. ''Se si esclude il 2008 il polo ha mostrato la capacita' di generare utili d'esercizio, anche se complessivamente di livello non rilevante, come peraltro si addice, sul piano istituzionale, ad una struttura avente assetti proprietari principalmente pubblici'', ha osservato il prof. Ferrucci. A proposito della spesa diretta a favore dei fornitori di beni e servizi localizzati nella provincia di Perugia, a fronte del valore totale di oltre 6 milioni di euro spesi nei tre anni dal 2006 al 2008, il polo immette nel circuito economico locale attraverso i suoi fornitori 5,2 milioni di euro. In media infatti, circa l'85 per cento delle risorse finanziarie destinate all'acquisto di beni e servizi riguarda fornitori con sede nella provincia di Perugia. Tutto cio' corrisponde ad un valore medio annuo di oltre 1,5 milioni di euro a favore di fornitori perugini di beni e servizi. E' stata condotta anche una indagine a campione sugli utenti non perugini, condotta su 1263 visitatori e 452 espositori: emerge che la loro spesa diretta complessiva e' pari a circa 32,5 milioni di euro che corrisponde ad un universo stimato di visitatori non perugini pari a circa 61.000 ed espositori non perugini pari a 651. Tra le manifestazioni rilevate, Agriumbria con il 72,3 per cento e' la prima in termini di indotto generato dagli utenti. Segue con il 14,2 per cento Assisi Antiquariato. Le altre manifestazioni rilevate, Expocasa (8,7 per cento), Exporegalo (4,2 per cento), Expotecnocom (0,3 per cento) ed Expoelettronica (0,2 per cento) contribuiscono in misura meno rilevante. Con riguardo alla tipologia di spesa, mentre per i visitatori la spesa negli stand a favore di espositori localizzati nella provincia di Perugia e' quella di maggiore impatto (94,5 per cento), in merito agli espositori la spesa e' maggiormente orientata verso le strutture ricettive (43,3 per cento) e di ristorazione (19,5 per cento). Cio' implica un evidente impatto di Umbriafiere - e' stato sottolineato - ben oltre il network di fornitura attivato per la realizzazione delle manifestazioni. ''Il polo fieristico, con un indotto stimato sulla provincia di Perugia nel 2008 di oltre 34 milioni di Euro, rappresenta un attore di rilievo e potenzialmente in grado di ricoprire un ruolo ancora maggiore per l'economia locale'', ha concluso Ferrucci. Il presidente di Umbriafiere Spa, Lazzaro Bogliari, ha spiegato che la ricerca ''rappresenta un momento per analizzare le dinamiche fieristiche ma anche uno stimolo per migliorare. E' indubbia la necessita' di maggiori investimenti''. Condividi