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PERUGIA - In base ai dati dell'ultimo anno e del gennaio di quest'anno (dall'acqua minerale al pane alla carne, dal latte alle uova alle patate, da vari tipi di ortaggi e frutta al dentifricio agli alimenti per animali domestici) e' risultato che i prezzi hanno avuto una dinamica che per 40 di essi e' in aumento, 32 in diminuzione, mentre nella prima meta' del 2009 ci sono stati sconti significativi. Per ciascun prodotto (tra gli altri, sono stati rilevati in almeno 7 esercizi commerciali cittadini, le medie dei prezzi di quello piu' venduto, del piu' costoso e del piu' economico) i consumatori hanno avuto informazioni sull'andamento degli indici regionali e comunali dei prezzi; quindi un ''mini paniere umbro'' di 77 beni ritenuti essenziali. Di questo si e' parlato oggi a Perugia al convegno ''Progetto Osservatorio prezzi 2010'', organizzato per far conoscere i risultati del 2009 e il nuovo protocollo d'intesa sottoscritto da Regione Umbria, Universita' degli Studi, Ufficio Istat dell'Umbria, varie associazioni dei consumatori ed i Comuni di Perugia, Terni, Citta' di Castello, Foligno, Narni, Orvieto, Spoleto e Todi. ''Il paniere alimentare e' un fattore determinante per la vita delle famiglie; la tecnica di monitoraggio dei prezzi al consumo attuata dall'Osservatorio, estesa e diffusa sul territorio - ha detto Enzo Santucci, dirigente allo Sviluppo economico della Regione Umbria - permettera' sempre piu' alle amministrazioni pubbliche e ai cittadini di avere una conoscenza piu' articolata e puntuale del fenomeno inflattivo e all'Istat e all'Universita' di verificare la rilevazione dei prezzi in Comuni non capoluogo, nonche' analizzare l'effetto che tali rilevazioni possono avere nel calcolo degli indici sintetici''. Si tratta di un lavoro che, seppure per alcuni aspetti ancora sperimentale - ha concluso Santucci - e' fondamentale per il miglioramento della qualita' dell'informazione statistica regionale sull'andamento dei prezzi al consumo. Secondo i ricercatori ''oggi e' importante creare una coscienza all'acquisto, ma di piu', diminuire il ''digital divide', quel divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell'informazione e i cittadini meno giovani''. Condividi