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''Il totale ristoro e sostegno del reddito delle aziende danneggiate'' dal rogo di Vascigliano di Stroncone, ''che ad oggi si trovano sull'orlo del fallimento, ed il ripristino delle condizioni ambientali e produttive preesistenti'', vengono sollecitati dalla Coldiretti di Terni. Secondo la stessa associazione agricola, lo stanziamento di 350 mila euro da parte della Regione, ''pur rappresentando un primo e doveroso passo compiuto dalle autorità nel tentativo di sostenere i redditi delle aziende coinvolte nel disastro ambientale dello scorso 2 luglio, non è di per sé un atto risolutivo né sufficiente, a fronte di una stima dei danni che ad oggi risulta avvicinarsi ai due milioni di euro''. Coldiretti, in una nota, ''richiede pertanto alla Regione, ai Comuni interessati, alla Provincia e al ministero dell'Ambiente di porre in essere tutte le misure che permettano'' di rifondere tutti i danni alle aziende coinvolte. ''Tutto ciò - conclude Coldiretti - indipendentemente da quelle che potranno essere le azioni risarcitorie da parte dei diretti responsabili, se e quando verranno individuati, ed indipendentemente dal riconoscimento del danno ambientale da parte del ministero dell'Ambiente''. L'INTERROGAZIONE DEL DEPUTATO RADICALE ELISABETTA ZAMPARUTTIIl Ministro della Salute, Ferruccio Fazio inoltre, con risposta scritta alla prima di una serie di interrogazioni sul rogo di Vascigliano di Stroncone presentate dai deputati radicali, a prima firma di Elisabetta Zamparutti, ha affermato che il suo dicastero è “in stretto contatto con la Regione Umbria al fine di conoscere l'evoluzione della situazione e di individuare adeguate modalità di intervento a tutela della sicurezza alimentare”. Lo stesso ministro, dopo avere esposto i risultati, peraltro già noti, dei monitoraggi ambientali effettuati dall'Arpa e dall'Asl n. 4 di Terni e dei campionamenti di prodotti di origine animale analizzati dall'IZS dell'Abruzzo e del Molise per la determinazione di diossine e dei PCB diossina-simili, ha aggiunto che “è stato previsto un ampliamento dell'area di campionamento oltre i 3 km (max 5 km dalla sorgente di emissione), con l'ulteriore prelievo di campioni di latte e carne in allevamenti ovini”. Condividi