PERUGIA - E' un periodo di sofferenza lungo un anno e mezzo, per le imprese umbre, quello che emerge dai dati dell'indagine congiunturale sul quarto trimestre 2009, svolta da Confindustria Umbria, tra le aziende della regione e i primi dati del 2010 non sono incoraggianti. Tra i settori si salva solo, sia pure di poco, il comparto della carta, cartotecnica ed editoria il cui andamento, anticipando di solito segnali di cambiamento, potrebbe essere di buon auspicio.
I numeri rivelano come sono ben sei trimestri consecutivi che l'industria umbra si vede costretta a fronteggiare mercati in prolungata sofferenza. ''Il 2009 - commenta il presidente regionale di Confindustria, Umbro Bernardini - e' sicuramente un anno da dimenticare per le imprese manifatturiere umbre, sperando di riuscire a cancellarlo dalla memoria il prima possibile sull'onda di meno deludenti risultati che ci si augura di conseguire nel 2010. Ma si tratta di un auspicio piu' che di una aspettativa, anche perche' i primi segnali che si colgono sui mercati non riescono ancora ad apparire incoraggianti''.
Nonostante alcuni segnali positivi di riavvio dell'attivita' provenienti dagli indicatori di tendenza, secondo l'associazione degli industriali ''il rilancio per le imprese umbre sembra ancora incerto e impalpabile''. ''Anche i dati di recente diffusi dall'Istat, che certificano una caduta dell'export italiano piu' pesante del previsto - continua l'indagine -, consolidano il pessimismo di chi ritiene le difficolta' dell'economia regionale destinate a protrarsi ancora per qualche mese''.
Nel complesso, le indicazioni raccolte configurano un trimestre ''deludente'' ed ''attese pessimistiche'' per il primo trimestre 2010. Aspettative, dunque, di un perdurare delle difficolta', con il rischio che ''il persistere della debolezza dei mercati induca a riconsiderare anche i programmi e le scelte di quanti avevano fin qui cercato di resistere''. In questo caso, ''l'amplificazione della crisi sarebbe inevitabile e molto pericolosa per la tenuta complessiva delle imprese e dell'economia''.
Tra tutti gli indicatori di riferimento l'unico con segno positivo, sebbene di debole consistenza e' nel comparto della carta, cartotecnica ed editoria. Qualche indicazione a sostegno della fiducia viene anche dalla constatazione che il 20 per cento delle imprese che hanno partecipato alla indagine sono riuscite ad espandere la produzione. ''Ed e' altresi' rilevante - per Confindustria - che permanga addirittura una quota, per quanto esigua, di imprese che dichiarano di aver accresciuto i livelli di attivita' produttiva in misura considerevole''.
Sul versante opposto, c'e' invece da registrare la consistente riduzione delle imprese che dichiarano di aver mantenuto gli stessi livelli di produzione del trimestre precedente oppure dell'anno precedente. Ad accrescere la preoccupazione, inoltre, il fatto che ben la meta' delle imprese intervistate abbia lamentato riduzioni di attivita' produttiva rispetto ad un anno fa ed addirittura un quarto (il 25,8 per cento) segnali di aver dovuto fronteggiare riduzioni di entita' rilevante.
E' stata infine registrata una prima flessione dei livelli occupazionali, modestissima mediamente per ciascuna impresa, ma generalizzata. ''Si tratta di un risultato - sostiene Bernardini - che probabilmente anticipa un bilancio complessivo dell'occupazione nelle imprese attive in Umbria da ritenere piuttosto negativo ed insoddisfacente, malgrado gli sforzi sin qui compiuti dalle aziende per non privarsi di un capitale umano addestrato e competente''.
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