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di Anna Maria Bruni Quarto concerto per il quinto appuntamento della rassegna Visioninmusica 2010. In linea con il progetto di quest’anno, l’associazione diretta da Silvia Alunni propone anche per questo appuntamento un incontro d’eccezione. Quello tra il cantante percussionista indiano Trilok Gurtu, e l’Arkè String quartet, formazione tutta italiana nata dodici anni fa e composta da Carlo Cantini al violino ed altri strumenti ad arco etnici, Valentino Corvino al violino e voce, Sandro di Paolo alla Viola e Stefano Dall’Ora al contrabbasso e basso elettrico. Un incontro speciale, come lo sono le commistioni tra tradizioni diverse elaborate ad altissimo livello, dal quale è nata la performance “Arkeology” che ha riscosso un grande successo internazionale, dal Muziec-centrum Fritz Phillips di Eindhoven alla Queen Elisabeth Hall di Londra. Per approdare a Terni, domani sera 11 marzo, all’auditorium Gazzoli alle 21, dove il gruppo così composto riproporrà, attraverso la suggestione del sound jazz contaminato dalla timbrica di tradizione indiana, attraversata dagli strumenti ad arco classici ed etnici dell’Arkè string Quartet, quella World music riconosciuta a livello internazionale, e che ha prodotto un album premiato dalla Songlines magazine, rivista internazionale del settore. Trilok Gurtu, nato a Bombay nel 1951, già dai primi anni 70, appena ventenne, si trasferisce negli Usa suonando con i più grandi jazzisti di livello internazionale. Don Cherry, Charlie Mariano sono i suoi mentori, e poi le collaborazioni con Joe Zawinul, Jan Garbarek, Pat Metheny, Ralph Towner, Andy Summers, e in particolare John McLaughlin, col quale vanta una strada comune da più di vent’anni. In Italia, oltre ad aver suonato con Ivano Fossati e Marina Rei, va ricordato il grande concerto all’Auditorium di Roma nel 2006, con il grande contrabbassista Dave Holland. Più recente l’avvio al successo dell’Arkè String quartet, precisamente del 1996. Ma da allora è stata una collezione di successi, dovuta alla creazione della tecnica ritmica che li contraddistingue, nata dalla fusione tra strumenti ad arco classici ed etnici, e accompagnata dalle voci. E come hanno concepito la fusione degli strumenti, altrettanto hanno fatto per gli stili: dal jazz alla fusion, dalla word music al pop, alla musica elettronica. Il gruppo si è quindi esibito in tutta Europa con progetti propri, ma anche collaborando con diversi musicisti: da Antonella Ruggero a Stefano Bollani, Enrico Pierannunzi, Rita Marcotulli, Tullio De Piscopo. Dal 2006 l’Arkè String Quartet è inoltre in tournéè con Moni Ovaia per il progetto “Kavanah”, canti della spiritualità ebraica. Giovedì 11 marzo h 21, Auditorium Gazzoli, Via del Teatro Romano 13 Condividi