di Marco Polchi, Foto di Stefano Giogli
Coraggio. Con questa parola si è concluso l'incontro di domenica 28 Febbraio, intitolato “Cultura a Castello: quale futuro?”. Un concetto, quello del coraggio, su cui si è soffermato Giuseppe Sterparelli, organizzatore e promotore dell'iniziativa assieme all'Associazione Culturale Alive, per provocare positivamente l'amministrazione comunale, le associazioni e i cittadini. Obiettivo: stimolare un dibattito aperto e una maggiore coesione verso tematiche, decisioni ed attività che riguardano la vita culturale (presente e futura) di Città di Castello.
Un evento così strettamente connesso alla realtà culturale tifernate non poteva che essere organizzato all'interno di una scenografia migliore: la tipografia Grifani-Donati è infatti un luogo pieno di fascino e storia, capace di racchiudere in sé il profondo senso di appartenenza nei confronti di Città di Castello, nonché la vocazione culturale legata ad esempi eccellenti di laboriosità e creatività. Il dibattito, moderato dal giornalista Massimo Zangarelli, si è sviluppato attorno a tre tematiche principali: in prima battuta l'organizzazione degli spazi e delle strutture adibite alle attività culturali; poi la gestione di enti ed organizzazioni (come Fondazione Burri e Pinacoteca); infine i problemi legati alla promozione e alla valorizzazione delle risorse artistiche ed attrattive presenti a Città di Castello. La discussione che ne è scaturita è stata vivace e ricca di spunti. Hanno partecipato attivamente esponenti della cosiddetta “società civile”, personalità politiche e soggetti che operano nel campo artistico-culturale.
La presenza dell'Assessore alla cultura Rossella Cestini ha permesso la formulazione di numerosi interrogativi su questioni “spinose” e sentite, che le sono state rivolte nell'arco di tutto l'incontro. E' stato così possibile dibattere “faccia a faccia” di argomenti quali il ruolo della Consulta Cultura, la gestione dei fondi e delle risorse per l'organizzazione della stagione estiva, la programmazione delle rassegne teatrali e le possibili prospettive future che facciano di Città di Castello un punto di riferimento turistico-culturale non marginale.
Lo stesso Assessore si è pronunciato nei confronti di un possibile progetto di ristrutturazione e riqualificazione di Palazzo Vitelli a San Giacomo, prevedendo la realizzazione di una nuova biblioteca comunale, più ampia e dinamica, grazie ad un investimento pari a circa un milione e mezzo di euro. Su questo punto si è espresso anche il consigliere regionale dell'Italia dei Valori Oliviero Dottorini il quale, oltre a puntare sulla funzione della Consulta e sulla creazione di spazi per mostre e luoghi idonei «per incontrarsi e lavorare», ha voluto ribadire l'importanza del progetto legato al nuovo polo bibliotecario che si dovrebbe collocare come “polmone culturale” della città. Analoghe proposte sono giunte da Roberto Lensi, consigliere da sempre attento alle problematiche culturali, che non potendo esser presente per motivi di salute, ha inviato un messaggio agli organizzatori.
Riguardo il problema “gestionale”, si è poi espresso con forza il consigliere regionale del PdL Andrea Lignani Marchesani che ha denunciato il «progressivo invecchiamento» della classe dirigente e di quella gerontocrazia che ormai da molti anni si trova a capo di enti ed organizzazioni, invocando un «cambiamento» rispetto al passato, possibile solo liberandosi da quei «poteri forti» troppo spesso frenati da logiche clientelari. Franco Ciliberti, intervenuto in merito al ruolo di collante sociale e civico della cultura, ha definito «un errore clamoroso» considerare quest'ultima come una ricchezza per pochi quando invece dovrebbe essere una necessità per la comunità, tesa a favorire l'integrazione fra gli abitanti e a scongiurare qualsiasi divisione e ghettizzazione.
Nel corso dell'iniziativa, inframmezzata con ironia e sarcasmo dalle vignette di Baldino e Sanluca e conclusa sulle note dei Bonacrianza, si è intravista la volontà di chiarezza di quella parte di città composta degli esponenti artistici e dai promotori del mondo dell'associazionismo, per tentare di colmare la distanza creatasi con l'amministrazione. In questo senso si è indirizzata l'analisi di Ivan Teobaldelli, scrittore e giornalista, che ha evidenziato lo «scollamento» fra l'anima della città ed i suoi cittadini ed ha esortato i tifernati ad identificarsi nuovamente con essa. Infine Marco Baldicchi, artista tifernate, ha rimarcato l'importanza di convergere «tutte le forze» in una direzione unitaria e, trattando il concetto di “pubblico” del Festival delle Nazioni, ha proposto l'elaborazione di attività durante tutto l'anno (ad esempio nella Scuola di Musica) in modo che si possa «formare una coscienza» consapevole e partecipe dei grandi eventi culturali di Città di Castello.
A conclusione dell'incontro rimangono tuttavia diverse questioni irrisolte, legate soprattutto alle risorse economiche investibili nell'ambito culturale e alla concreta attuazione di progetti innovativi, condizionati dalle future decisioni politiche ed amministrative. Ad ogni modo, è risultata evidente l'utilità e la positività dalla manifestazione organizzata da Alive, così come la presenza delle istituzioni. Con la speranza che il dibattito (a tratti acceso) fra coloro che, da diversi punti di vista, tendono verso uno sviluppo culturale e sociale di Città di Castello, possa continuare e rappresentare un momento utile al necessario rilancio culturale della città.
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