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USR CISL, CISL F.P.S., FAI CISL Umbria PERUGIA - La Legge regionale di riforma sulle Comunità Montane purtroppo non ha avuto l’effetto sperato ed ha accentuato i problemi già esistenti nel settore, che vanno seriamente affrontati e risolti dall’unico Ente che ne ha facoltà; la Regione. La CISL, vuole farsi promotrice di una azione forte nei confronti della Regione per risollevare questi Enti, indispensabili per lo sviluppo delle zone montane umbre, dalla crisi economica e di identità in cui da anni versano. Tutto ciò è stato ulteriormente aggravato dalle scelte recenti (Finanziaria 2010) del Governo Nazionale che di fatto hanno cancellato questi Enti e con essi azzerato i trasferimenti finanziari alle Regioni per gli stessi. E’ necessario innanzi tutto che le Comunità Montane si riapproprino delle proprie competenze ad essere operative con interventi a largo raggio così da sfruttare al massimo le professionalità esistenti, acquisite con anni di interventi direttamente sul campo, mettendole a disposizione delle popolazioni e dei territori montani che devono essere visti come una risorsa naturale. Basta con provvedimenti tampone assistenziali. Gli interventi in montagna sono estremamente necessari, in quanto essa rappresenta, con le sue risorse idriche e forestali, un baluardo a difesa dell’ambiente per tutte quelle opere fondamentali, che vanno dalla regimazione e manutenzione dei corsi d’acqua al sistema di dighe presenti in altura; dalla tutela e salvaguardia del patrimonio boschivo e forestale alla prevenzione del dissesto idrogeologico e degli incendi boschivi. Sensibilizzare quindi gli amministratori delle Comunità M0omtane affinché, in fase di programmazione, le opere da realizzare siano orientate in tal senso. E’ indispensabile che le Comunità Montane sviluppino e potenzino il loro ruolo di unione dei Comuni. Dovranno essere messe, quindi, nelle condizioni di svolgere quelle funzioni ed attività nei sevizi e nella manutenzione del territorio che i piccoli comuni (ed in Umbria ce ne sono tanti) sia per mancanza di personale sia per i costi elevati non sono in grado di assolvere, cosi da rispondere in maniera più efficiente ed efficace alle aspettative degli utenti. Interventi mirati, non solo in agricoltura ed in forestazione, consentirebbero una migliore fruibilità della montagna da parte di tutti i cittadini favorendo cosi anche il turismo , valore aggiunto al reddito delle popolazioni montane. Per le Comunità Montane non si devono rivendicare, pertanto misure assistenziali ma regole che consentano l’impiego produttivo delle risorse della montagna, per una governance dei territori che favorisca l’utilizzo equilibrato e sostenibile dei medesimi per una nuova virtuosa fase di sviluppo. La realizzazione di quanto sopra oltre a determinare un ruolo certo agli Enti ridarebbe dignità e sicurezze anche al personale che vi lavora ;che da diverso tempo ormai, è costretto a coesistere con l’angoscia della mancanza dei finanziamenti e con la spiacevole sensazione di non essere utile e del non riconoscimento delle proprie prestazioni. Oltre a quanto sopra, forse si rende necessario aprire urgentemente una fase di confronto con la Regione per una verifica dell’attuale assetto funzionale e istituzionale delle Comunità Montane e per favorire una evoluzione delle stesse nell’ambito di un più diretto coinvolgimento dei Comuni in forma associata e delle stesse Provincie con un duplice obbiettivo di semplificare l’assetto del sistema e qualificare le funzioni e i servizi connessi alla manutenzione e valorizzazione del Territorio e delle sue risorse ambientali e paesaggistiche. Alla luce di quanto sopra rappresentato la CISL chiede un incontro alle candidate alla Presidenza della Giunta Regionale, di entrambi gli schieramenti, per conoscere da loro quali progetti hanno sul futuro delle Comunità Montane. Tale richiesta ha carattere di urgenza poichè, se le Comunità Montane non riusciranno a predisporre i propri bilanci entro il 30 aprile p.v., il Prefetto nominerà un commissario per l'approvazione del bilancio e poichè non è applicabile loro la disciplina del dissesto finanziario e conseguentemente la procedura di risanamento, appare evidente la questione sostanziale del pagamento dei debiti iscritti a bilancio, primo tra tutti quello del pagamento degli stipendi del personale dipendente. Condividi