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PERUGIA - Il capogruppo di Rifondazione Comunista alla Provincia di Perugia, Luca Baldelli, si è fatto promotore di un ordine del giornoper impegnare la Giunta Se impegna la Giunta provinciale, di concerto con i Comuni e con tutti i soggetti istituzionali interessati, per far riconoscere ufficialmente la Regione Umbria come territorio denuclearizzato che, in quanto tale, non potrà ospitare impianti di varia natura, centrali, materiali che abbiano a che fare con la produzione di energia nucleare. Nello stesso documento Baldelli sollecita anche la costituzione di pool di soggetti, istituzionali e non (Regione, Provincia, Agenzia per l’Energia e l’Ambiente, Comuni ecc… ) con i distinti e complementari compiti di dotare ogni edificio pubblico, compatibilmente con i vincoli paesaggistici e architettonici, di impianti di energia alternativa ( in primo luogo il fotovoltaico) e di attirare sul territorio provinciale aziende specializzate nella creazione di impianti, componentistica ecc.. per la produzione di energie alternative, con l’individuazione di possibili percorsi per crediti agevolati, concessione di terreni, riconversione di strutture produttive. Il capogruppo di Rifondazione Comunista parte dalla premessa che la discussione relativa all’approvvigionamento energetico della Nazione è in corso e registra un ampio ventaglio di ipotesi, dallo sviluppo delle energie pulite (eolico, fotovoltaico ecc…) fino al ritorno al nucleare, richiamando comunque il Referendum dell’ 8 – 9 Novembre 1987 che aveva sancito di fatto l’abbandono del nucleare come risorsa energetica e prodotto negli anni la chiusura di diversi impianti prima in esercizio e di altri impianti che erano in costruzione. Ora - nota - in palese contrasto con la volontà popolare espressa con chiarezza nel referendum in questione e, in controtendenza con il resto del mondo avanzato, il Governo Berlusconi sta promuovendo un pericoloso e anacronistico ritorno al nucleare, sponsorizzato anche da lobbies e poteri forti, che potrebbe tradursi nella progettazione e costruzione, in breve tempo, di centrali nucleari su tutto il territorio nazionale, con la pretestuosa motivazione di garantire al Paese l’indipendenza energetica, e con la falsa motivazione di ridurre i costi dell’energia elettrica per la collettività. La presenza di una o più centrali nucleari sul nostro territorio regionale, come in ogni parte d’Italia, porterebbe però, a parere di Baldelli, la moltiplicazione dei rischi per la popolazione e per l’ambiente (scorie, possibile fuoriuscita di sostanze, rischio mai scongiurato neppure dagli impianti di nuova generazione ), unitamente ad un aumento dei costi a carico della collettività (le spese di realizzazione di una centrale nucleare sono altissime, e ovunque hanno superato le stime progettuali iniziali, fino a punte del 300 % in più). Dal momento che l’Umbria - argomenta ancora - è riconosciuta internazionalmente come “ Cuore verde d’ Italia “, per l’elevato pregio e la sublime bellezza del suo ambiente e dei suoi paesaggi e che in diverse realtà territoriali del Paese si sta chiedendo l’istituzione di zone denuclearizzate o di territori provinciali e regionali denuclearizzati, Baldelli considera anche, a supporto della sua tesi, che ovunque nel mondo, la tendenza attuale è piuttosto quella di concentrare gli sforzi nella promozione e nello sviluppo delle energie pulite (fotovoltaico, eolico ecc…), ritenute un possente volano per una crescita equilibrata e sostenibile dell’economia, tanto da dare origine ad una vera e propria filiera, quella della “ Green Economy “, con riflessi positivi anche per la tutela e l’implementazione dei livelli occupazionali. Condividi