PERUGIA - Fin da quando fu inventato il denaro ci fu qualcuno che penso' bene di falsificarlo. E' il tema di una curiosa mostra, inaugurata oggi al Museo archeologico nazionale dell'Umbria, dove restera' aperta fino al 16 maggio. Si intitola 'Il Vero e il Falso' ed e' organizzata dal Comando regionale Umbria della Guardia di finanza, in collaborazione con il Museo storico delle Fiamme gialle, la Soprintendenza archeologica, l'Istituto Poligrafico di Stato e la Banca d'Italia. La mostra, curata da Fiorenzo Catalli, racconta la falsificazione monetaria dall'epoca greco-romana ai nostri giorni: 2500 anni di 'vero' e di 'falso'. Strutturata per aree tematiche, propone i piu' clamorosi casi di contraffazione mettendo a confronto gli esemplari originali con quelli taroccati. Si ripercorre cosi' l'evoluzione del fenomeno e nello stesso tempo si rivendica l'attivita' di contrasto da parte della Guardia di finanza all'attivita' di chi i soldi, invece che guadagnarseli onestamente, se li fabbrica in proprio. E' possibile ammirare un vastissimo repertorio di monete di eta' antica, medievale e moderna messe a disposizione dai piu' importanti musei italiani, cui si aggiungono le serie complete delle emissioni di banconote della Banca d'Italia, dalla proclamazione del Regno d'Italia ad oggi, provenienti dalle raccolte di Palazzo Koch. Ci sono anche esemplari della famosa collezione di Vittorio Emanuele III, la piu' importante al mondo di monete medievali italiane, custodita nel caveau di Palazzo Massimo a Roma. Uno spazio e' dedicato alla ricostruzione delle piu' importanti operazioni di falsificazione nei periodi bellici. Nell'area relativa alle clonazioni dei moderni strumenti di pagamento, come i bancomat e le carte di credito, sono esposti i vari dispositivi e circuiti usati dai pirati informatici per rubare i dati. Nel museo e' stata infine ricostruita una stamperia clandestina di dollari falsi sequestrati nel corso di una recente operazione di servizio della Guardia di Finanza. Vestendo virtualmente i panni del tipografo si puo' ripercorrere l'intero ciclo di produzione, dalla creazione della carta filigranata sino ai processi di stampa che conducono alla banconota finita, completa dei piu' sofisticati elementi di sicurezza. Altro che Toto' e Peppino de Filippo con la loro 'banda degli onesti'. Condividi